Sabato 14 settembre 2024 a Montalcino, è stato conferito il Premio Casato Prime Donne 2024 alla giornalista Maria Canabal. Ma questa è solo la fine della storia.
L’inizio si colloca diversi decenni fa, nel 1929, in Spagna, quando, mentre la Guerra Civile è alle porte, su diversi giornali locali inizia a farsi spazio un’inconsueta firma femminile, quella della Marchesa di Parabere, gastronoma raffinata ed esperta di buone maniere.
Una voce moderna che in breve diventa la sacerdotessa degli amanti della cucina spagnola, tanto da passare rapidamente da autrice di rubriche culinarie a uno dei nomi più noti della gastronomia del dopoguerra, soprattutto grazie alle numerose ristampe del suo libro La cocina completa. Oggi sappiamo che dietro allo pseudonimo altolocato della Marchesa di Parabere si nascondeva Maria Mestayer de Echagüe, donna colta e cosmopolita, madre di otto figli e proprietaria di due ristoranti tra Bilbao e Madrid, ed è proprio a lei che quasi cent’anni dopo, nel 2014, la seconda Maria di questa storia, Maria Canabal si ispira per creare il suo Parabere Forum, associazione no profit con lo scopo di valorizzare e promuovere le donne nel settore dell’ospitalità.
Canabal, spagnola di nascita e francese di adozione, nel 2014 è già avvocata e giornalista politica, culturale e gastronomica, e da anni si occupa di raccontare il cibo e chi lo produce, lo vende e lo cucina, dal punto di vista sociale e politico, con particolare attenzione per il ruolo delle donne nell’alta cucina e le difficoltà incontrate dalle chef.
Tuttavia, racconta, scrivere non le basta e non basta nemmeno alle donne che racconta, che hanno bisogno di qualcosa di più concreto per confrontarsi, conoscersi, creare connessioni. È così che Canabal inizia a progettare un’associazione per promuovere le donne che lavorino nella ristorazione e nell’accoglienza, puntando su tre strumenti secondo lei essenziali: istruzione, tutoraggio e modelli di ruolo.
Un’intuizione che si rivelerà presto esatta, perché in pochi mesi, grazie anche alla fama di Canabal e sulla spinta di “He for she”, campagna dell’ONU a favore dell’uguaglianza uomo-donna, il Forum Parabere inizia a raccogliere un gran numero di adesioni, richiamando professioniste diverse per studi e mestieri – cuoche, ingegnere, antropologhe, viticoltrici e scienziate – ma accomunate dall’interesse per il cibo e l’accoglienza e animate dalla volontà di fare rete e sostenersi a vicenda. Da questo nucleo fondante nel 2015 il Forum Parabere sviluppa il progetto di un database di Parabere, un archivio volto a mettere in comunicazione donne attive nella filiera alimentare e creare relazioni e scambi globali. Un’idea apparentemente utopica, ma che a dispetto dei detrattori oggi coinvolge ottomila donne provenienti da più di sessanta Paesi diversi e da quasi dieci anni permette a lavoratrici e imprenditrici che fanno parte del network Parabere, di partecipare a congressi, concorsi ed eventi in tutto il Mondo. L’onda del forum però non si ferma qui e nel 2019 la rete di donne è talmente solida da permettere la creazione di Parabere Gourmet City Guide, una guida gastronomica interattiva che ha la forma di una app – premiata come “Best Food APP” nel mondo – che geolocalizza tutte le aziende gestite da una donna, o di proprietà di una donna, in undici città del Mondo.
Una serie di successi che da nove anni vengono celebrati, ma anche messi in discussione, all’interno di incontri annuali, l’ultimo dei quali si è svolto a Marzo 2024 all’interno della LUISS di Roma, dove è stato consegnato anche il premio Parabere Care Award a Monica Berg, bartender e imprenditrice nata ad Oslo, a sua volta creatrice di P(our) Symposium, un’organizzazione no-profit, e sostenitrice di un modello di ristorazione sostenibile, etico, attento al benessere dei lavoratori.
Potremmo andare avanti a lungo, continuare a citare riconoscimenti, traguardi individuali e collettivi, marchese per finta, imprenditrici, giornaliste, ma in realtà il nucleo pulsante del Forum Parabere per il quale Carnabal è stata individuata e premiata dal Premio Casato Prime Donne 2024, lo abbiamo già attraversato. Basta ripercorrere la storia che abbiamo raccontato per accorgersi che per annunciare il successo di una singola donna, ne abbiamo già portate alla luce almeno altre due. Questo significa fare rete, creare una comunità, condividere scoperte e trionfi, farsi spazio a vicenda, perdipiù animate da un fine ultimo comune, che va oltre il successo di genere e punta a contrastare la privatizzazione delle sementi, l’inquinamento della terra e del mare, lo spreco alimentare e si propone di tornare a una cucina etica e gioiosa, che faccia bene a chi la gusta, a chi la produce e persino all’ambiente.
Il tutto evitando le facili trappole delle aziende che vogliono vestire i colori della solidarietà femminile per mero pink washing, e investendo su iniziative concrete e duratore, perché la sfida a cambiare le regole del gioco, dando i dadi in mano alle donne, è una sfida a lungo termine, una storia antica che è ancora lontana dal proprio lieto fine.
Maria Canabal, Maria Mestayer de Echagüe e Monica Berg sono solo tre delle professioniste che fanno parte del Forum Parabere, una rete al femminile che prova a cambiare i meccanismi della produzione alimentare, dall’interno
Sabato 14 settembre 2024 a Montalcino, è stato conferito il Premio Casato Prime Donne 2024 alla giornalista Maria Canabal. Ma questa è solo la fine della storia.
L’inizio si colloca diversi decenni fa, nel 1929, in Spagna, quando, mentre la Guerra Civile è alle porte, su diversi giornali locali inizia a farsi spazio un’inconsueta firma femminile, quella della Marchesa di Parabere, gastronoma raffinata ed esperta di buone maniere.
Una voce moderna che in breve diventa la sacerdotessa degli amanti della cucina spagnola, tanto da passare rapidamente da autrice di rubriche culinarie a uno dei nomi più noti della gastronomia del dopoguerra, soprattutto grazie alle numerose ristampe del suo libro La cocina completa. Oggi sappiamo che dietro allo pseudonimo altolocato della Marchesa di Parabere si nascondeva Maria Mestayer de Echagüe, donna colta e cosmopolita, madre di otto figli e proprietaria di due ristoranti tra Bilbao e Madrid, ed è proprio a lei che quasi cent’anni dopo, nel 2014, la seconda Maria di questa storia, Maria Canabal si ispira per creare il suo Parabere Forum, associazione no profit con lo scopo di valorizzare e promuovere le donne nel settore dell’ospitalità.
Canabal, spagnola di nascita e francese di adozione, nel 2014 è già avvocata e giornalista politica, culturale e gastronomica, e da anni si occupa di raccontare il cibo e chi lo produce, lo vende e lo cucina, dal punto di vista sociale e politico, con particolare attenzione per il ruolo delle donne nell’alta cucina e le difficoltà incontrate dalle chef.
Tuttavia, racconta, scrivere non le basta e non basta nemmeno alle donne che racconta, che hanno bisogno di qualcosa di più concreto per confrontarsi, conoscersi, creare connessioni. È così che Canabal inizia a progettare un’associazione per promuovere le donne che lavorino nella ristorazione e nell’accoglienza, puntando su tre strumenti secondo lei essenziali: istruzione, tutoraggio e modelli di ruolo.
Un’intuizione che si rivelerà presto esatta, perché in pochi mesi, grazie anche alla fama di Canabal e sulla spinta di “He for she”, campagna dell’ONU a favore dell’uguaglianza uomo-donna, il Forum Parabere inizia a raccogliere un gran numero di adesioni, richiamando professioniste diverse per studi e mestieri – cuoche, ingegnere, antropologhe, viticoltrici e scienziate – ma accomunate dall’interesse per il cibo e l’accoglienza e animate dalla volontà di fare rete e sostenersi a vicenda. Da questo nucleo fondante nel 2015 il Forum Parabere sviluppa il progetto di un database di Parabere, un archivio volto a mettere in comunicazione donne attive nella filiera alimentare e creare relazioni e scambi globali. Un’idea apparentemente utopica, ma che a dispetto dei detrattori oggi coinvolge ottomila donne provenienti da più di sessanta Paesi diversi e da quasi dieci anni permette a lavoratrici e imprenditrici che fanno parte del network Parabere, di partecipare a congressi, concorsi ed eventi in tutto il Mondo. L’onda del forum però non si ferma qui e nel 2019 la rete di donne è talmente solida da permettere la creazione di Parabere Gourmet City Guide, una guida gastronomica interattiva che ha la forma di una app – premiata come “Best Food APP” nel mondo – che geolocalizza tutte le aziende gestite da una donna, o di proprietà di una donna, in undici città del Mondo.
Una serie di successi che da nove anni vengono celebrati, ma anche messi in discussione, all’interno di incontri annuali, l’ultimo dei quali si è svolto a Marzo 2024 all’interno della LUISS di Roma, dove è stato consegnato anche il premio Parabere Care Award a Monica Berg, bartender e imprenditrice nata ad Oslo, a sua volta creatrice di P(our) Symposium, un’organizzazione no-profit, e sostenitrice di un modello di ristorazione sostenibile, etico, attento al benessere dei lavoratori.
Potremmo andare avanti a lungo, continuare a citare riconoscimenti, traguardi individuali e collettivi, marchese per finta, imprenditrici, giornaliste, ma in realtà il nucleo pulsante del Forum Parabere per il quale Carnabal è stata individuata e premiata dal Premio Casato Prime Donne 2024, lo abbiamo già attraversato. Basta ripercorrere la storia che abbiamo raccontato per accorgersi che per annunciare il successo di una singola donna, ne abbiamo già portate alla luce almeno altre due. Questo significa fare rete, creare una comunità, condividere scoperte e trionfi, farsi spazio a vicenda, perdipiù animate da un fine ultimo comune, che va oltre il successo di genere e punta a contrastare la privatizzazione delle sementi, l’inquinamento della terra e del mare, lo spreco alimentare e si propone di tornare a una cucina etica e gioiosa, che faccia bene a chi la gusta, a chi la produce e persino all’ambiente.
Il tutto evitando le facili trappole delle aziende che vogliono vestire i colori della solidarietà femminile per mero pink washing, e investendo su iniziative concrete e duratore, perché la sfida a cambiare le regole del gioco, dando i dadi in mano alle donne, è una sfida a lungo termine, una storia antica che è ancora lontana dal proprio lieto fine.