A Stonehenge c’è una “pietra” che rimette in discussione alcune certezze circa il più noto sito archeologico del nord Europa. Un gruppo di ricercatori guidati dal Dipartimento di Geografia e Scienze della Terra dell’Università di Aberystwyth, nel Regno Unito, ha scoperto che la Pietra dell’altare non proviene dalla stessa fonte delle altre pietre utilizzate nella costruzione.
Stando a studi precedenti, si riteneva che le pietre blu, i “mattoni” più piccoli utilizzati per il monumento – chiamate bluestone in quanto hanno una tonalità bluastra quando sono bagnate – provenissero da una sito che dista circa 220 chilometri da Stonehenge. Ora un articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Science rivela che la Pietra dell’altare è diversa per la sua composizione: dunque – contrariamente a quanto si crede da 100 anni -, proviene da una cava probabilmente molto più lontana, al momento sconosciuta. . Sebbene nel corso degli anni siano state proposte e sfatate molte teorie astronomiche su Stonehenge, l’unico aspetto confermato dall’archeologia è che nel corso di 5.000 anni il sito del Neolitico ha assunto molti significati. Un luogo dove seppellire i morti, un luogo in cui cercare una guarigione sacra, un luogo di contemplazione e, se esiste una tradizione locale, druidica o meno, sarebbe logico incorporare il monumento nelle riunioni. Tra le pietre, hanno senza dubbio avuto luogo riti di ogni genere, non ultimo quello turistico di farsi i selfie.. Pietre blu e pietre di sarsen. Tra le “pietre blu” che caratterizzano il sito archeologico, la Pietra dell’altare di Stonehenge è una pietra unica per la sua composizione arenacea, quindi di origine sedimentaria; contrasta quindi con le “pietre blu” prevalentemente ignee, ossia che derivano da un magma, che formano il cerchio interno di Stonehenge.
Ipotesi precedenti suggerivano che la pietra dell’altare provenisse dalla formazione di vecchia arenaria rossa del Galles occidentale, simile alle altre pietre blu, in particolare dell’area di Mynydd Preseli. Ma poiché non si era certi di tale ipotesi, il gruppo di ricercatori ha condotto nuove analisi su campioni della formazione di vecchia arenaria rossa all’interno del bacino anglo-gallese. Una caratteristica significativa della Pietra dell’Altare è il suo alto contenuto di bario che la distingue dalla maggior parte delle altre pietre e, ovviamente, da quelle della ipotetica fonte. I risultati indicano che il contenuto di bario della Pietra dell’altare è profondamente diverso rispetto a tutte le altre e a quelle del bacino anglo-gallese. I ricercatori suggeriscono la necessità di ampliare la ricerca nella Gran Bretagna settentrionale, e mettersi alla ricerca di arenarie con un basso contenuto di bario.
. Alla ricerca della pietra misteriosa. Le pietre blu erano originariamente chiamate “pietre straniere” dai primi scavatori di Stonehenge perché erano diverse dalle pietre di sarsen di provenienza locale. Si pensa che questi megaliti utilizzati nella costruzione del monumento provenissero da un sito distante di 25 chilometri; il che, con diverse decine di tonnellate di peso per pietra, è comunque da considerare un’impresa notevole, suggerendo un profondo significato per il luogo in cui sono state estratte.
Le altre pietre blu, invece, provengono dall’area di Mynydd Preseli nel Galles occidentale, a 220 chilometri a ovest di Stonehenge: si tratta di una delle distanze di trasporto più lunghe tra la fonte di estrazione di materiale e il cantiere del monumento. Ma dato che dallo studio risulta che la Pietra dell’Altare è diversa, secondo i ricercatori dovrebbe essere “declassificata” da pietra blu a qualcos’altro. Dunque, la ricerca del luogo d’origine della Pietra dell’Altare è appena iniziata..
Nuove analisi sulla Pietra dell’altare di Stonehenge mettono in discussione una teoria di 100 anni fa.
A Stonehenge c’è una “pietra” che rimette in discussione alcune certezze circa il più noto sito archeologico del nord Europa. Un gruppo di ricercatori guidati dal Dipartimento di Geografia e Scienze della Terra dell’Università di Aberystwyth, nel Regno Unito, ha scoperto che la Pietra dell’altare non proviene dalla stessa fonte delle altre pietre utilizzate nella costruzione.
Stando a studi precedenti, si riteneva che le pietre blu, i “mattoni” più piccoli utilizzati per il monumento – chiamate bluestone in quanto hanno una tonalità bluastra quando sono bagnate – provenissero da una sito che dista circa 220 chilometri da Stonehenge. Ora un articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Science rivela che la Pietra dell’altare è diversa per la sua composizione: dunque – contrariamente a quanto si crede da 100 anni -, proviene da una cava probabilmente molto più lontana, al momento sconosciuta. . Sebbene nel corso degli anni siano state proposte e sfatate molte teorie astronomiche su Stonehenge, l’unico aspetto confermato dall’archeologia è che nel corso di 5.000 anni il sito del Neolitico ha assunto molti significati. Un luogo dove seppellire i morti, un luogo in cui cercare una guarigione sacra, un luogo di contemplazione e, se esiste una tradizione locale, druidica o meno, sarebbe logico incorporare il monumento nelle riunioni. Tra le pietre, hanno senza dubbio avuto luogo riti di ogni genere, non ultimo quello turistico di farsi i selfie.. Pietre blu e pietre di sarsen. Tra le “pietre blu” che caratterizzano il sito archeologico, la Pietra dell’altare di Stonehenge è una pietra unica per la sua composizione arenacea, quindi di origine sedimentaria; contrasta quindi con le “pietre blu” prevalentemente ignee, ossia che derivano da un magma, che formano il cerchio interno di Stonehenge.
Ipotesi precedenti suggerivano che la pietra dell’altare provenisse dalla formazione di vecchia arenaria rossa del Galles occidentale, simile alle altre pietre blu, in particolare dell’area di Mynydd Preseli. Ma poiché non si era certi di tale ipotesi, il gruppo di ricercatori ha condotto nuove analisi su campioni della formazione di vecchia arenaria rossa all’interno del bacino anglo-gallese. Una caratteristica significativa della Pietra dell’Altare è il suo alto contenuto di bario che la distingue dalla maggior parte delle altre pietre e, ovviamente, da quelle della ipotetica fonte. I risultati indicano che il contenuto di bario della Pietra dell’altare è profondamente diverso rispetto a tutte le altre e a quelle del bacino anglo-gallese. I ricercatori suggeriscono la necessità di ampliare la ricerca nella Gran Bretagna settentrionale, e mettersi alla ricerca di arenarie con un basso contenuto di bario.
. Alla ricerca della pietra misteriosa. Le pietre blu erano originariamente chiamate “pietre straniere” dai primi scavatori di Stonehenge perché erano diverse dalle pietre di sarsen di provenienza locale. Si pensa che questi megaliti utilizzati nella costruzione del monumento provenissero da un sito distante di 25 chilometri; il che, con diverse decine di tonnellate di peso per pietra, è comunque da considerare un’impresa notevole, suggerendo un profondo significato per il luogo in cui sono state estratte.
Le altre pietre blu, invece, provengono dall’area di Mynydd Preseli nel Galles occidentale, a 220 chilometri a ovest di Stonehenge: si tratta di una delle distanze di trasporto più lunghe tra la fonte di estrazione di materiale e il cantiere del monumento. Ma dato che dallo studio risulta che la Pietra dell’Altare è diversa, secondo i ricercatori dovrebbe essere “declassificata” da pietra blu a qualcos’altro. Dunque, la ricerca del luogo d’origine della Pietra dell’Altare è appena iniziata..