
Oasis, Police, Abba, Guns N’ Roses e Led Zeppelin. Sono solo alcune delle decine di band che, dopo aver fatto la storia della musica e aver divorziato, ora tornano insieme registrando record di incassi al botteghino. Ecco tutte le «riapparizioni» eccellenti.
Si chiama «reunion» il fenomeno più redditizio dell’intrattenimento musicale. Rimettersi insieme per le band che hanno fatto la storia della musica, ma anche per quei brand del rock e del pop che hanno avuto una discreta fama per qualche anno magari con un paio di hit da classifica, è una tentazione irresistibile. Quello dei complessi che si separano è l’unico divorzio conosciuto economicamente vantaggioso per tutte le parti in causa. Alcuni traccheggiano un po’ prima di unire di nuovo le chitarre, altri (ma sono una minoranza esigua) rifiutano sdegnosamente… Tutti i rimanenti salgono sul carro senza se e senza ma. Il 30 agosto, in occasione del trentesimo anniversario dalla pubblicazione, esce in edizione limitata Definitely Maybe, leggendario disco d’esordio degli Oasis, un fulmine a ciel sereno che scosse dal torpore del grunge l’industria musicale. Le canzoni dei rissosi fratelli Gallagher suonavano come l’incontro selvaggio tra il punk rock e i Rolling Stones.
Il successo da lì in poi è stato planetario e incontenibile. Poi, le risse, i cazzotti e gli insulti tra i due hanno preso il sopravvento e nel 2009 è calato il sipario. Da allora nessun contatto tra i fratelli che nel frattempo hanno 52 anni (Liam) e 57 (Noel). Per questa ragione la stampa inglese ritiene che la ripubblicazione con registrazioni inedite del loro primo disco sia una sorta di ultima chiamata. Sul piatto, al di là dei pessimi rapporti personali, ci sono una decina di milioni di biglietti da considerare già venduti 20 minuti dopo l’annuncio del ritorno. Erano 19 milioni le richieste di ticket per gli unici due concerti londinesi dei Led Zeppelin del 2007 alla 02 London Arena. Non suonavano insieme dal 1980: 27 anni dopo lo hanno fatto in due serate indimenticabili per la fortuna dei 30 mila presenti. Poi, nonostante le offerte da centinaia di milioni di sterline per un tour mondiale, hanno deciso che una reunion prolungata per mesi avrebbe distrutto l’aurea che da sempre li circonda. Perché diventare come tutti gli altri quando sei sempre stato unico e non hai più l’età per replicare gli epocali show dei primi Settanta? Coerenti? Sì, ma anche abbastanza ricchi da non dover accettare compromessi al ribasso. Stesso discorso per i Pink Floyd, con l’aggravante che i due leader del gruppo, Roger Waters e David Gilmour proprio non si sopportano.
La reunion è un affare d’oro a più livelli, soprattutto in questo tempo in cui la bolla del «dal vivo» è lievitata quanto mai prima. I biglietti non costano poco, ma i concerti dei big sono sempre e comunque esauriti, anche se si svolgono in luoghi che non sono esattamente il paradiso del comfort. Riunirsi rimette in circolazione canzoni e album del vecchio catalogo ed è anche l’occasione per vendere tonnellate di merchandising e intascare nuovi diritti d’autore per le esecuzioni live dei vecchi successi. L’elenco dei «ritrovati e contenti» è senza fine in Italia e all’estero: Guns N’ Roses, Police, Eagles, Black Sabbath, Blur, Take That, Spice Girls, Van Halen, Genesis, Motley Crue, Beach Boys, Club Dogo, Articolo 31, Pooh… C’è però da fare una precisazione: mentre chi suona uno strumento resta il virtuoso che era anche a 65 anni, per chi canta la situazione è ben più complessa. Basta ascoltare le non proprio esaltanti performance live di Axl dei Guns N’ Roses, di David Lee Roth dei Van Halen o di Vince Neil dei Mötley Crüe per capire che la potenza della voce e certe tonalità non sono e non possono essere per sempre. Più furbescamente gli Abba hanno optato per la reunion al 50 per cento.
Da ultra-settantenni hanno inciso un nuovo album, ma per i concerti si sono affidati a degli iper tecnologici e costosissimi avatar in 3D con le loro sembianze. Da anni si esibiscono a Londra, alla Abba Arena, sempre «sold out», accompagnati da una superband di musicisti in carne e ossa. Geniali. Ci sono varie tipologie di reunion, alcune veramente bizzarre: l’ultima in ordine di tempo è quella dei Sex Pistols, i padrini del punk: tre dei membri originali, tutti più che settantenni, hanno annunciato tre concerti a Londra per metà agosto con lo scopo di raccogliere fondi a favore di uno storico club, la London’s Bush Hall, in crisi economica. Tutto bene se non fosse che alla voce non ci sarà il leggendario Johnny Rotten (che ha litigato furiosamente con gli ex compagni di band), ma il quarantenne Frank Carter. Un po’ come andare i vedere i Rolling Stones senza Mick Jagger, sostituito da un vocalist con la metà dei suoi anni. Per gli amanti del punk vintage i Sex Pistols si esibiranno anche in Italia il 25 agosto all’AMA Music Festival al parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza. Che cosa suoneranno? L’unico album inciso dal gruppo nel 1977: Never Mind the Bollocks.
Oasis, Police, Abba, Guns N’ Roses e Led Zeppelin. Sono solo alcune delle decine di band che, dopo aver fatto la storia della musica e aver divorziato, ora tornano insieme registrando record di incassi al botteghino. Ecco tutte le «riapparizioni» eccellenti.Si chiama «reunion» il fenomeno più redditizio dell’intrattenimento musicale. Rimettersi insieme per le band che hanno fatto la storia della musica, ma anche per quei brand del rock e del pop che hanno avuto una discreta fama per qualche anno magari con un paio di hit da classifica, è una tentazione irresistibile. Quello dei complessi che si separano è l’unico divorzio conosciuto economicamente vantaggioso per tutte le parti in causa. Alcuni traccheggiano un po’ prima di unire di nuovo le chitarre, altri (ma sono una minoranza esigua) rifiutano sdegnosamente… Tutti i rimanenti salgono sul carro senza se e senza ma. Il 30 agosto, in occasione del trentesimo anniversario dalla pubblicazione, esce in edizione limitata Definitely Maybe, leggendario disco d’esordio degli Oasis, un fulmine a ciel sereno che scosse dal torpore del grunge l’industria musicale. Le canzoni dei rissosi fratelli Gallagher suonavano come l’incontro selvaggio tra il punk rock e i Rolling Stones.Il successo da lì in poi è stato planetario e incontenibile. Poi, le risse, i cazzotti e gli insulti tra i due hanno preso il sopravvento e nel 2009 è calato il sipario. Da allora nessun contatto tra i fratelli che nel frattempo hanno 52 anni (Liam) e 57 (Noel). Per questa ragione la stampa inglese ritiene che la ripubblicazione con registrazioni inedite del loro primo disco sia una sorta di ultima chiamata. Sul piatto, al di là dei pessimi rapporti personali, ci sono una decina di milioni di biglietti da considerare già venduti 20 minuti dopo l’annuncio del ritorno. Erano 19 milioni le richieste di ticket per gli unici due concerti londinesi dei Led Zeppelin del 2007 alla 02 London Arena. Non suonavano insieme dal 1980: 27 anni dopo lo hanno fatto in due serate indimenticabili per la fortuna dei 30 mila presenti. Poi, nonostante le offerte da centinaia di milioni di sterline per un tour mondiale, hanno deciso che una reunion prolungata per mesi avrebbe distrutto l’aurea che da sempre li circonda. Perché diventare come tutti gli altri quando sei sempre stato unico e non hai più l’età per replicare gli epocali show dei primi Settanta? Coerenti? Sì, ma anche abbastanza ricchi da non dover accettare compromessi al ribasso. Stesso discorso per i Pink Floyd, con l’aggravante che i due leader del gruppo, Roger Waters e David Gilmour proprio non si sopportano.La reunion è un affare d’oro a più livelli, soprattutto in questo tempo in cui la bolla del «dal vivo» è lievitata quanto mai prima. I biglietti non costano poco, ma i concerti dei big sono sempre e comunque esauriti, anche se si svolgono in luoghi che non sono esattamente il paradiso del comfort. Riunirsi rimette in circolazione canzoni e album del vecchio catalogo ed è anche l’occasione per vendere tonnellate di merchandising e intascare nuovi diritti d’autore per le esecuzioni live dei vecchi successi. L’elenco dei «ritrovati e contenti» è senza fine in Italia e all’estero: Guns N’ Roses, Police, Eagles, Black Sabbath, Blur, Take That, Spice Girls, Van Halen, Genesis, Motley Crue, Beach Boys, Club Dogo, Articolo 31, Pooh… C’è però da fare una precisazione: mentre chi suona uno strumento resta il virtuoso che era anche a 65 anni, per chi canta la situazione è ben più complessa. Basta ascoltare le non proprio esaltanti performance live di Axl dei Guns N’ Roses, di David Lee Roth dei Van Halen o di Vince Neil dei Mötley Crüe per capire che la potenza della voce e certe tonalità non sono e non possono essere per sempre. Più furbescamente gli Abba hanno optato per la reunion al 50 per cento. Da ultra-settantenni hanno inciso un nuovo album, ma per i concerti si sono affidati a degli iper tecnologici e costosissimi avatar in 3D con le loro sembianze. Da anni si esibiscono a Londra, alla Abba Arena, sempre «sold out», accompagnati da una superband di musicisti in carne e ossa. Geniali. Ci sono varie tipologie di reunion, alcune veramente bizzarre: l’ultima in ordine di tempo è quella dei Sex Pistols, i padrini del punk: tre dei membri originali, tutti più che settantenni, hanno annunciato tre concerti a Londra per metà agosto con lo scopo di raccogliere fondi a favore di uno storico club, la London’s Bush Hall, in crisi economica. Tutto bene se non fosse che alla voce non ci sarà il leggendario Johnny Rotten (che ha litigato furiosamente con gli ex compagni di band), ma il quarantenne Frank Carter. Un po’ come andare i vedere i Rolling Stones senza Mick Jagger, sostituito da un vocalist con la metà dei suoi anni. Per gli amanti del punk vintage i Sex Pistols si esibiranno anche in Italia il 25 agosto all’AMA Music Festival al parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza. Che cosa suoneranno? L’unico album inciso dal gruppo nel 1977: Never Mind the Bollocks.
Oasis, Police, Abba, Guns N’ Roses e Led Zeppelin. Sono solo alcune delle decine di band che, dopo aver fatto la storia della musica e aver divorziato, ora tornano insieme registrando record di incassi al botteghino. Ecco tutte le «riapparizioni» eccellenti.
Si chiama «reunion» il fenomeno più redditizio dell’intrattenimento musicale. Rimettersi insieme per le band che hanno fatto la storia della musica, ma anche per quei brand del rock e del pop che hanno avuto una discreta fama per qualche anno magari con un paio di hit da classifica, è una tentazione irresistibile. Quello dei complessi che si separano è l’unico divorzio conosciuto economicamente vantaggioso per tutte le parti in causa. Alcuni traccheggiano un po’ prima di unire di nuovo le chitarre, altri (ma sono una minoranza esigua) rifiutano sdegnosamente… Tutti i rimanenti salgono sul carro senza se e senza ma. Il 30 agosto, in occasione del trentesimo anniversario dalla pubblicazione, esce in edizione limitata Definitely Maybe, leggendario disco d’esordio degli Oasis, un fulmine a ciel sereno che scosse dal torpore del grunge l’industria musicale. Le canzoni dei rissosi fratelli Gallagher suonavano come l’incontro selvaggio tra il punk rock e i Rolling Stones.
Il successo da lì in poi è stato planetario e incontenibile. Poi, le risse, i cazzotti e gli insulti tra i due hanno preso il sopravvento e nel 2009 è calato il sipario. Da allora nessun contatto tra i fratelli che nel frattempo hanno 52 anni (Liam) e 57 (Noel). Per questa ragione la stampa inglese ritiene che la ripubblicazione con registrazioni inedite del loro primo disco sia una sorta di ultima chiamata. Sul piatto, al di là dei pessimi rapporti personali, ci sono una decina di milioni di biglietti da considerare già venduti 20 minuti dopo l’annuncio del ritorno. Erano 19 milioni le richieste di ticket per gli unici due concerti londinesi dei Led Zeppelin del 2007 alla 02 London Arena. Non suonavano insieme dal 1980: 27 anni dopo lo hanno fatto in due serate indimenticabili per la fortuna dei 30 mila presenti. Poi, nonostante le offerte da centinaia di milioni di sterline per un tour mondiale, hanno deciso che una reunion prolungata per mesi avrebbe distrutto l’aurea che da sempre li circonda. Perché diventare come tutti gli altri quando sei sempre stato unico e non hai più l’età per replicare gli epocali show dei primi Settanta? Coerenti? Sì, ma anche abbastanza ricchi da non dover accettare compromessi al ribasso. Stesso discorso per i Pink Floyd, con l’aggravante che i due leader del gruppo, Roger Waters e David Gilmour proprio non si sopportano.
La reunion è un affare d’oro a più livelli, soprattutto in questo tempo in cui la bolla del «dal vivo» è lievitata quanto mai prima. I biglietti non costano poco, ma i concerti dei big sono sempre e comunque esauriti, anche se si svolgono in luoghi che non sono esattamente il paradiso del comfort. Riunirsi rimette in circolazione canzoni e album del vecchio catalogo ed è anche l’occasione per vendere tonnellate di merchandising e intascare nuovi diritti d’autore per le esecuzioni live dei vecchi successi. L’elenco dei «ritrovati e contenti» è senza fine in Italia e all’estero: Guns N’ Roses, Police, Eagles, Black Sabbath, Blur, Take That, Spice Girls, Van Halen, Genesis, Motley Crue, Beach Boys, Club Dogo, Articolo 31, Pooh… C’è però da fare una precisazione: mentre chi suona uno strumento resta il virtuoso che era anche a 65 anni, per chi canta la situazione è ben più complessa. Basta ascoltare le non proprio esaltanti performance live di Axl dei Guns N’ Roses, di David Lee Roth dei Van Halen o di Vince Neil dei Mötley Crüe per capire che la potenza della voce e certe tonalità non sono e non possono essere per sempre. Più furbescamente gli Abba hanno optato per la reunion al 50 per cento.
Da ultra-settantenni hanno inciso un nuovo album, ma per i concerti si sono affidati a degli iper tecnologici e costosissimi avatar in 3D con le loro sembianze. Da anni si esibiscono a Londra, alla Abba Arena, sempre «sold out», accompagnati da una superband di musicisti in carne e ossa. Geniali. Ci sono varie tipologie di reunion, alcune veramente bizzarre: l’ultima in ordine di tempo è quella dei Sex Pistols, i padrini del punk: tre dei membri originali, tutti più che settantenni, hanno annunciato tre concerti a Londra per metà agosto con lo scopo di raccogliere fondi a favore di uno storico club, la London’s Bush Hall, in crisi economica. Tutto bene se non fosse che alla voce non ci sarà il leggendario Johnny Rotten (che ha litigato furiosamente con gli ex compagni di band), ma il quarantenne Frank Carter. Un po’ come andare i vedere i Rolling Stones senza Mick Jagger, sostituito da un vocalist con la metà dei suoi anni. Per gli amanti del punk vintage i Sex Pistols si esibiranno anche in Italia il 25 agosto all’AMA Music Festival al parco di Villa Ca’ Cornaro a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza. Che cosa suoneranno? L’unico album inciso dal gruppo nel 1977: Never Mind the Bollocks.