Bodyguard, nessun vip e un evento blindato. All’inaugurazione del suo locale Crazy Pizza a Napoli, Flavio Briatore è arrivato oltre un’ora e mezzo dopo l’apertura. È entrato chiudendosi la porta alle spalle, senza fermarsi a parlare con i pochi curiosi (a loro detta, capitati lì per caso) che si erano radunati nei paraggi. Niente pubblico delle grandi occasioni, niente fan, né il classico taglio del nastro. Un’atmosfera tesa che si è allentata solo dopo la comparsa di Gino Sorbillo, giunto a sorpresa per consegnare un regalo all’imprenditore e proprietario della catena. “A Napoli c’è posto per tutti”, ha dichiarato lo chef partenopeo, che ha donato al rivale un corno portafortuna con decorazioni a base di pizza e un calumet della pace.
Asce di guerra sepolte, dopo le polemiche dei giorni scorsi. “La pizza napoletana è come una gomma da masticare”, aveva infatti sentenziato Briatore. La risposta di Sorbillo era arrivata pronta, in un’intervista a Radio Crc: “Non sono d’accordo con lui. La sua pizza è sottile perché i suoi pizzaioli usano lo schiaccia-pizza, uno strumento elettrico che schiaccia gli alveoli, rendendola croccante. La nostra pizza, invece, è morbida e facilmente manipolabile”. Ma, davanti alla nuova sede del suo locale, all’imprenditore piemontese è tornato il sorriso. Stando a Napoli Today, avrebbe dichiarato di “voler conoscere meglio la città”, che prima, per lui, era solo “una base di passaggio per Capri”. Un ulteriore riconoscimento ai cittadini del capoluogo campano? “I napoletani sono number one”, ha affermato.
“LA NOSTRA È UNA SFIDA”
“Napoli è una città stupenda. La nostra è una sfida. Questa non è una pizzeria: c’è la musica, c’è un certo tipo di servizio, non credo di essere in competizione con nessuno – ha tenuto a ribadire Briatore ai microfoni di Napoli Today –. È una roba a parte. Chi vuol venire viene, chi non vuol venire, non viene. Non comprendo tutte queste polemiche che ci sono state. Rispetto assolutamente tutti”. E ancora: “Qui ci sono mille nomi legati alla pizza, non c’era un brand vero. Allora ho pensato: la pizza è una cosa che piace a tutti, perché non facciamo un brand vero? Napoli è un brand figo ma la conosco pochissimo, la conosco come base di partenza per Capri, l’ho vista tre volte. Nessuno ha l’esclusiva della pizza, ricordo due o tre anni fa in Australia c’era una pizza buonissima. Era fatta dai cinesi. Noi abbiamo dei ragazzi molto molto bravi. Materie prime di qualità, il servizio, un bel locale, il deejay, lo spinning pizza”.
COS’ È CRAZY PIZZA
Il primo locale nel 2019, a Londra. Poi, in cinque anni, le aperture a Roma, Milano, Montecarlo, Saint Tropez e numerose città del Medio Oriente. Con il tempo, Briatore ha costruito – non solo in Italia – un marchio tutto suo che potesse coniugare cucina e spettacolo e regalare ai clienti un’esperienza diversa dalla solita. Puntando sulle classiche pizze, ma soprattutto su quelle “Crazy”, come la ‘Pata Negra’ (con il jamon iberico, pregiato prosciutto spagnolo) e quella al tartufo fresco che, a causa dei prezzi elevatissimi, gli sono costate diverse critiche. Ma in democrazia, si sa, ognuno decide di spendere i propri risparmi come meglio crede.
L’articolo “Napoli è un brand figo ma la conosco pochissimo, la conosco come base di partenza per Capri, l’ho vista tre volte”: Flavio Briatore apre Crazy Pizza nella città partenopea proviene da Il Fatto Quotidiano.
Niente pubblico delle grandi occasioni, niente fan, né il classico taglio del nastro ma era presente Tony Sorbillo
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Bodyguard, nessun vip e un evento blindato. All’inaugurazione del suo locale Crazy Pizza a Napoli, Flavio Briatore è arrivato oltre un’ora e mezzo dopo l’apertura. È entrato chiudendosi la porta alle spalle, senza fermarsi a parlare con i pochi curiosi (a loro detta, capitati lì per caso) che si erano radunati nei paraggi. Niente pubblico delle grandi occasioni, niente fan, né il classico taglio del nastro. Un’atmosfera tesa che si è allentata solo dopo la comparsa di Gino Sorbillo, giunto a sorpresa per consegnare un regalo all’imprenditore e proprietario della catena. “A Napoli c’è posto per tutti”, ha dichiarato lo chef partenopeo, che ha donato al rivale un corno portafortuna con decorazioni a base di pizza e un calumet della pace.
Asce di guerra sepolte, dopo le polemiche dei giorni scorsi. “La pizza napoletana è come una gomma da masticare”, aveva infatti sentenziato Briatore. La risposta di Sorbillo era arrivata pronta, in un’intervista a Radio Crc: “Non sono d’accordo con lui. La sua pizza è sottile perché i suoi pizzaioli usano lo schiaccia-pizza, uno strumento elettrico che schiaccia gli alveoli, rendendola croccante. La nostra pizza, invece, è morbida e facilmente manipolabile”. Ma, davanti alla nuova sede del suo locale, all’imprenditore piemontese è tornato il sorriso. Stando a Napoli Today, avrebbe dichiarato di “voler conoscere meglio la città”, che prima, per lui, era solo “una base di passaggio per Capri”. Un ulteriore riconoscimento ai cittadini del capoluogo campano? “I napoletani sono number one”, ha affermato.
“LA NOSTRA È UNA SFIDA”
“Napoli è una città stupenda. La nostra è una sfida. Questa non è una pizzeria: c’è la musica, c’è un certo tipo di servizio, non credo di essere in competizione con nessuno – ha tenuto a ribadire Briatore ai microfoni di Napoli Today –. È una roba a parte. Chi vuol venire viene, chi non vuol venire, non viene. Non comprendo tutte queste polemiche che ci sono state. Rispetto assolutamente tutti”. E ancora: “Qui ci sono mille nomi legati alla pizza, non c’era un brand vero. Allora ho pensato: la pizza è una cosa che piace a tutti, perché non facciamo un brand vero? Napoli è un brand figo ma la conosco pochissimo, la conosco come base di partenza per Capri, l’ho vista tre volte. Nessuno ha l’esclusiva della pizza, ricordo due o tre anni fa in Australia c’era una pizza buonissima. Era fatta dai cinesi. Noi abbiamo dei ragazzi molto molto bravi. Materie prime di qualità, il servizio, un bel locale, il deejay, lo spinning pizza”.
COS’ È CRAZY PIZZA
Il primo locale nel 2019, a Londra. Poi, in cinque anni, le aperture a Roma, Milano, Montecarlo, Saint Tropez e numerose città del Medio Oriente. Con il tempo, Briatore ha costruito – non solo in Italia – un marchio tutto suo che potesse coniugare cucina e spettacolo e regalare ai clienti un’esperienza diversa dalla solita. Puntando sulle classiche pizze, ma soprattutto su quelle “Crazy”, come la ‘Pata Negra’ (con il jamon iberico, pregiato prosciutto spagnolo) e quella al tartufo fresco che, a causa dei prezzi elevatissimi, gli sono costate diverse critiche. Ma in democrazia, si sa, ognuno decide di spendere i propri risparmi come meglio crede.
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