Deporre, covare e poi far schiudere un uovo è un’operazione lunga e faticosa, nella quale gli uccelli investono tutte le loro energie, e soprattutto che deve essere eseguita al momento giusto, quando c’è tanto cibo a disposizione e le temperature sono abbastanza miti: in parole più semplici, in primavera.
Il problema, dice ora uno studio pubblicato su PNAS, è che con il riscaldamento globale anche i tempi delle stagioni stanno cambiando, e la primavera in particolare arriva sempre più presto: per molte specie di uccelli, questo significa meno possibilità di fare pulcini. Un crollo demografico che rischia di danneggiare in particolar modo le specie migratorie.
. Non ci sono più mezze stagioni. Lo studio spiega che, per la fine del secolo, la primavera comincerà con 25 giorni di anticipo rispetto a quanto faccia oggi. È un problema di cambiamenti climatici, ovviamente: le temperature globali sono sempre più alte, e questo inganna le piante, portandole a fiorire in anticipo.. Tempismo. Questo a sua volta crea un problema per gli uccelli, che ogni anno hanno una finestra temporale ristretta nella quale fare figli: se i pulcini nascono troppo presto, quando fa ancora freddo e non c’è cibo, rischiano di non sopravvivere. Ma anche se nascono troppo tardi rispetto alla fioritura delle piante: in quel caso il problema non è con le temperature, ma è tutto legato al cibo. Il problema per gli uccelli è che questa finestra si sta spostando verso i primi mesi dell’anno, e non tutte le specie riescono ad adattarsi.
. Tempo di migrare. Analizzando i comportamenti di 41 diverse specie americane, sia stanziali sia migratrici, il team della University of California ha confermato che la primavera anticipata è un problema, e lo è soprattutto per le specie che ogni anno compiono una migrazione: anche questi spostamenti annuali hanno un loro tempismo molto preciso, e gli uccelli che arrivano ai siti di riproduzione hanno bisogno di tempo per stabilirsi, trovare il posto perfetto per deporre e accumulare le risorse energetiche necessarie alla cova. Se quando arrivano, però, trovano già la primavera avanzata, hanno meno tempo per prepararsi: lo studio stima che in media gli uccelli vedranno, nei prossimi anni, un calo di “produttività” in termini di pulcini pari al 12%.. L’eccezione. Ci sono alcune eccezioni: il cardinale rosso e la cincia scricciolo, per esempio, sono due specie che negli ultimi anni hanno deposto più uova, non meno. Il loro segreto è che sono stanziali, e sono quindi più pronte a rispondere all’arrivo anticipato della primavera..
L’arrivo anticipato della primavera, causato dal fenomeno del riscaldamento globale, sta portando molte specie di uccelli a fare meno pulcini.