di Alessio Cuel –
In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha ribadito il proprio orientamento, e quello del governo, su due dei maggiori dossier di politica internazionale, Medio Oriente e Ucraina.
Nel colloquio con l’omologo iraniano Ali Bagheri Kani, Tajani ha cercato di allentare la tensione in vista di un possibile attacco nei confronti di Israele, facendo esplicito riferimento al tentativo di accordo tra quest’ultimo e Hamas.
“Gli ho suggerito, almeno, di non prendere decisioni prima del 15. Se attaccano prima salta l’accordo, e si rischierebbe il caos. Il cessate il fuoco a mio avviso farebbe venire meno le ragioni dell’attacco, se è vero che l’interesse degli iraniani a Gaza è avviare una nuova dinamica politica in Medio Oriente”, ha dichiarato Tajani. Un accordo, tuttavia, che non aprirà la strada a nessun riconoscimento politico di Hamas da parte del governo italiano. Il vicepremier ribadisce infatti come l’interlocutore del governo italiano in Palestina possa essere esclusivamente l’Autorità Nazionale Palestinese.
A poche ore di distanza dalla controffensiva di Kursk, Tajani sottolinea come le armi fornite dall’Italia non possano, in alcun modo, essere utilizzate fuori dal territorio ucraino. “Ci sono accordi e protocolli scritti che accompagnano queste forniture. È previsto, anche a livello di UE, che ogni singolo Stato possa decidere autonomamente i limiti nell’utilizzo di queste armi. Servono delle specifiche autorizzazioni a un uso diverso, che è quello che infatti sta chiedendo il presidente Volodymyr Zelensky. Gli americani, per esempio, hanno dato un loro via libera ma limitato ad alcune operazioni. L’Italia invece non permette di usarle fuori dal territorio ucraino. Ce lo dovrebbero chiedere, e lo sanno”.
Un uso limitato al territorio nazionale dunque, è quello previsto per le armi che Roma fornisce a Kiev, con Tajani che nel corso dell’intervista ribadisce anche come sia assolutamente inverosimile la possibilità di un invio italiano di truppe in territorio ucraino. Tutto ciò non inficia tuttavia la posizione del ministro, e più in generale del governo, di difesa dell’integrità territoriale ucraina, in vista di un’auspicata conferenza di pace che abbia proprio quest’ultima condizione come suo punto di partenza.
di Alessio Cuel – In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha ribadito il proprio orientamento, e quello del governo, su due dei maggiori dossier di politica internazionale, Medio Oriente e Ucraina. Nel colloquio con l’omologo iraniano Ali Bagheri Kani, Tajani ha cercato di allentare la
di Alessio Cuel –
In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha ribadito il proprio orientamento, e quello del governo, su due dei maggiori dossier di politica internazionale, Medio Oriente e Ucraina.
Nel colloquio con l’omologo iraniano Ali Bagheri Kani, Tajani ha cercato di allentare la tensione in vista di un possibile attacco nei confronti di Israele, facendo esplicito riferimento al tentativo di accordo tra quest’ultimo e Hamas.
“Gli ho suggerito, almeno, di non prendere decisioni prima del 15. Se attaccano prima salta l’accordo, e si rischierebbe il caos. Il cessate il fuoco a mio avviso farebbe venire meno le ragioni dell’attacco, se è vero che l’interesse degli iraniani a Gaza è avviare una nuova dinamica politica in Medio Oriente”, ha dichiarato Tajani. Un accordo, tuttavia, che non aprirà la strada a nessun riconoscimento politico di Hamas da parte del governo italiano. Il vicepremier ribadisce infatti come l’interlocutore del governo italiano in Palestina possa essere esclusivamente l’Autorità Nazionale Palestinese.
A poche ore di distanza dalla controffensiva di Kursk, Tajani sottolinea come le armi fornite dall’Italia non possano, in alcun modo, essere utilizzate fuori dal territorio ucraino. “Ci sono accordi e protocolli scritti che accompagnano queste forniture. È previsto, anche a livello di UE, che ogni singolo Stato possa decidere autonomamente i limiti nell’utilizzo di queste armi. Servono delle specifiche autorizzazioni a un uso diverso, che è quello che infatti sta chiedendo il presidente Volodymyr Zelensky. Gli americani, per esempio, hanno dato un loro via libera ma limitato ad alcune operazioni. L’Italia invece non permette di usarle fuori dal territorio ucraino. Ce lo dovrebbero chiedere, e lo sanno”.
Un uso limitato al territorio nazionale dunque, è quello previsto per le armi che Roma fornisce a Kiev, con Tajani che nel corso dell’intervista ribadisce anche come sia assolutamente inverosimile la possibilità di un invio italiano di truppe in territorio ucraino. Tutto ciò non inficia tuttavia la posizione del ministro, e più in generale del governo, di difesa dell’integrità territoriale ucraina, in vista di un’auspicata conferenza di pace che abbia proprio quest’ultima condizione come suo punto di partenza.