di Roberto Gremmo – Quando avremo l’autonomia, nelle nuove scuole libere del Nord propongo di adottare come sussidiario di storia il notevole studio di Roberto Festorazzi dal titolo “Il libro nero del comunismo italiano” (Macchione editore, macchione.pietro@alice.it).
E’ un malloppo di 406 pagine.
Oggetto del lavoro è un personaggio che spicca fra i padri della Repubblica ma che per tutta la vita è stato anche un cinico esecutore degli ordini del totalitarismo sovietico.
Roberto Festorazzi, giornalista di storia investigativa che non guarda in faccia a nessuno, documenta in particolare gli sbrigativi metodi messi in opera all’interno del Partito Comunista d’Italia per mettere fuori gioco gli oppositori delle decisioni che di volta in volta venivano imposte dall’Unione Sovietica. In pagine raccapriccianti vengono documentati episodi d’una gravità assoluta. Vi si trovano, ad esempio, il metodo usato per neutralizzare un comunista onesto e pensante come Bordiga; le manovre per nascondere i dissensi di Gramsci, ma soprattutto, centro scottante della ricerca, la denuncia, mai fatta compiutamente prima, dei sistemi contro i dissidenti.
Si scrive della decisione di convincere Gramsci a non partire per la Svizzera il giorno dopo l’attentato di Anteo Zamboni a Mussolini, facendolo mettere su un treno per Roma dove fini in mano fascista; si legge delle missioni dei “fenicotteri” che avrebbero consegnato all’Ovra decine di comunisti…
Un libro che è un atto d’accusa che pochi (i miei amici Braccini, Corneli, Riva, Seniga) hanno avuto finora il coraggio di scrivere e che ora, nero su bianco, apre nuove strade alla ricerca. Perché dovrà nascere nella nostra nuova scuola libera del Nord una nuova maniera di fare storia. Dicendo tutta la verità.
di Roberto Gremmo – Quando avremo l’autonomia, nelle nuove scuole libere del Nord propongo di adottare come sussidiario di storia il notevole studio di Roberto Festorazzi dal titolo “Il libro nero del comunismo italiano” (Macchione editore, macchione.pietro@alice.it). E’ un malloppo di 406 pagine. Oggetto del lavoro è un personaggio che spicca fra i padri della Repubblica ma che per tutta la vita è stato anche un cinico esecutore degli ordini del totalitarismo sovietico. Roberto Festorazzi, giornalista di storia investigativa che non guarda in faccia a nessuno, documenta in particolare gli sbrigativi metodi messi in opera all’interno del Partito Comunista d’Italia
di Roberto Gremmo – Quando avremo l’autonomia, nelle nuove scuole libere del Nord propongo di adottare come sussidiario di storia il notevole studio di Roberto Festorazzi dal titolo “Il libro nero del comunismo italiano” (Macchione editore, macchione.pietro@alice.it).
E’ un malloppo di 406 pagine.
Oggetto del lavoro è un personaggio che spicca fra i padri della Repubblica ma che per tutta la vita è stato anche un cinico esecutore degli ordini del totalitarismo sovietico.
Roberto Festorazzi, giornalista di storia investigativa che non guarda in faccia a nessuno, documenta in particolare gli sbrigativi metodi messi in opera all’interno del Partito Comunista d’Italia per mettere fuori gioco gli oppositori delle decisioni che di volta in volta venivano imposte dall’Unione Sovietica. In pagine raccapriccianti vengono documentati episodi d’una gravità assoluta. Vi si trovano, ad esempio, il metodo usato per neutralizzare un comunista onesto e pensante come Bordiga; le manovre per nascondere i dissensi di Gramsci, ma soprattutto, centro scottante della ricerca, la denuncia, mai fatta compiutamente prima, dei sistemi contro i dissidenti.
Si scrive della decisione di convincere Gramsci a non partire per la Svizzera il giorno dopo l’attentato di Anteo Zamboni a Mussolini, facendolo mettere su un treno per Roma dove fini in mano fascista; si legge delle missioni dei “fenicotteri” che avrebbero consegnato all’Ovra decine di comunisti…
Un libro che è un atto d’accusa che pochi (i miei amici Braccini, Corneli, Riva, Seniga) hanno avuto finora il coraggio di scrivere e che ora, nero su bianco, apre nuove strade alla ricerca. Perché dovrà nascere nella nostra nuova scuola libera del Nord una nuova maniera di fare storia. Dicendo tutta la verità.