Le tecniche sviluppate negli ultimi vent’anni per contrastare la malaria – malattia trasmessa dalle femmine di zanzara Anopheles gambiae –, basate essenzialmente sull’uso di zanzariere e di insetticidi, non bastano più. Ormai le zanzare hanno sviluppato resistenze a questi prodotti e, dopo una iniziale riduzione, il numero dei contagi annuali è ora in salita.
È dunque un imperativo per la scienza individuare nuove strategie da utilizzare in associazione con i metodi di controllo attualmente in uso.
Sfruttare l’accoppiamento delle zanzare
Tra gli approcci più innovativi, c’è quello che cerca di sfruttare l’accoppiamento delle zanzare per diffondere modificazioni genetiche che le rendano sterili o incapaci di trasmettere il parassita della malaria. Ma per valutarne l’efficacia è necessario conoscere approfonditamente il meccanismo dell’accoppiamento. Se, infatti, è noto che questi insetti si accoppiano in volo e che i maschi si associano in sciami di centinaia di individui, per essere più visibili e attrattivi alle femmine, non ne sappiamo molto di più. Sono le femmine che entrano nello sciame a scegliere con quale maschio accoppiarsi? Come avviene la scelta? Ci sono delle caratteristiche che rendono alcuni maschi più attrattivi di altri?
Uno studio interdisciplinare di CNR e Sapienza Università di Roma, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, appena pubblicato su Scientific Reports con il titolo “Characterization of lab‑based swarms of Anopheles gambiae mosquitoes using 3D‑video tracking”, cerca di rispondere a questi fondamentali interrogativi. Per questo sono stati creati in laboratorio sciami di Anopheles dalle caratteristiche compatibili con quelli osservati in ambiente naturale, in cui i ricercatori sono riusciti a documentare vari eventi di accoppiamento, con coppie di zanzare che volano insieme per un periodo di tempo che arriva anche a 15 secondi e più maschi che competono per accoppiarsi nello stesso momento con la stessa femmina. Si tratta di un primo importante passo per comprendere queste dinamiche e per valutare l’efficacia delle nuove tecnologie per ridurre la popolazione di insetti così pericolosi per l’uomo. Tema i cui ulteriori sviluppi sono già al centro di un nuovo progetto presentato congiuntamente dall’Università di Perugia e dal CNR, appena finanziato dal MUR.
Se non vuoi perderti i prossimi articoli, iscriviti alla newsletter.
Abilitare javascript per effettuare correttamente l’iscrizione
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
L’articolo Trappole sessuali contro la diffusione della malaria sembra essere il primo su La Rivista della Natura.
Le tecniche sviluppate negli ultimi vent’anni per contrastare la malaria – malattia trasmessa dalle femmine di zanzara Anopheles gambiae –, basate essenzialmente sull’uso di zanzariere e di insetticidi, non bastano più. Ormai le zanzare hanno sviluppato resistenze a questi prodotti e, dopo una iniziale riduzione, il numero dei contagi annuali è ora in salita. È
L’articolo Trappole sessuali contro la diffusione della malaria sembra essere il primo su La Rivista della Natura.