L’ondata di caldo che ha colpito e sta interessando ancora buona parte d’Italia è normale, classica dell’estate come ha detto qualcuno, o siamo di fronte a una situazione di straordinaria anomalia, dovuta ai cambiamenti climatici?
Una risposta la fornisce il meteorologo Edoardo Ferrara di 3Bmeteo.com, che spiega «Al netto dei dati che parlano da soli, con punte di 46-47 °C in Sicilia, 45 °C in Sardegna, e 41-42 °C non solo al Sud ma anche al Centro (Roma inclusa che in alcuni quartieri ha battuto il suo record di luglio), svisceriamo questa ondata di caldo nelle sue caratteristiche per capire quanto sia anomala».
Contenuto
1. Intensità
«La massa d’aria che ci sta interessando è di diretta estrazione sahariana, quindi di per sé già molto calda in questo periodo dell’anno e in un contesto di costante riscaldamento globale, ma è ulteriormente esasperata sul Mediterraneo centro-occidentale dall’alta pressione africana, che ha compresso verso il basso la massa d’aria che così si è ulteriormente surriscaldata e seccata».
Se l’aria è stata seccata in quota, al suolo, invece, l’avvezione calda ha raccolto l’umidità del Mar Mediterraneo, ecco perché abbiamo sofferto condizioni afose specie lungo le coste tirreniche e in generale sul Nord Italia.
2. Estensione
«Il nocciolo intenso dell’ondata di calore ingloba praticamente quasi tutto il Mediterraneo occidentale e il Centrosud Italia, mentre il Nord è rimasto più ai margini, pur con temperature comunque sopra la media e afa alle stelle. Non stiamo quindi parlando di temperature sopra la media di 10-12 °C su aree ristrette della Penisola, ma sostanzialmente su gran parte del Centrosud.
3. Durata
«Non è finita qui: questa ondata di calore continuerà a protrarsi con intensità anche nei prossimi giorni, pur smorzandosi al Centrosud entro il weekend (al Nord anche prima), ma probabilmente trovando nuovo vigore la prossima settimana, specie al Sud. Non stiamo dunque parlando di una toccata e fuga del caldo eccezionale».
Il paragone con le temperature del Nord Africa
Al fine di minimizzare questa ondata di caldo sono stati fatti anche dei paragoni con le temperature di Nord Africa e Arabia Saudita, dove i picchi sono stati superiori a quelli del Centrosud Italia, in alcuni casi neanche poi di tanto.
«Non ha senso paragonare i picchi termici italiani con quelli degli Emirati Arabi o del Nord Africa, caratterizzati da un contesto e medie climatiche decisamente differenti rispetto al nostro: in parole povere è errato pensare che se non fa 45-50 °C in Italia come in Arabia Saudita, allora il caldo non sia anomalo; per l’Italia lo è già dal momento in cui si raggiungono i 38-40 °C» spiega Ferrara.
Anticiclone africano
«È sempre lui il protagonista delle più feroci ondate di calore sull’Italia, a prescindere dai nomi fantasiosi che gli vengono attribuiti. L’alta pressione delle Azzorre fa parte sempre della stessa famiglia degli anticicloni subtropicali, è il cugino di quello africano, ma con la differenza che è alimentato da aria oceanica, pur sempre calda, ma non quanto quella sahariana. Per tale motivo quando abbiamo a che fare con l’anticiclone delle Azzorre il caldo risulta generalmente meno intenso e più sopportabile. C’è però anche da dire che in epoca di costante riscaldamento globale, le masse d’aria che alimentano gli anticicloni siano esse oceaniche o sahariane, risultano già di partenza mediamente più calde rispetto al passato».
Le ondate di calore ci sono sempre state…
«Sì le ondate di calore ci sono sempre state, anche molto intense: ricordiamo quella dell’estate del 1983 quando Roma a luglio raggiunse i 40 °C. Il punto è che una volta risultavano eventi decisamente meno frequenti e duraturi rispetto ad oggi. Estati particolarmente calde furono anche quella del 1987, poi 1994, ma il 1998 alzò l’asticella: da quell’anno a oggi le ondate di calore hanno subito un’impennata nella loro frequenza. Questo non significa che non vi siano fasi più fresche, instabili o estati appena al di sopra della media o in media, come il 2002 e il 2014, ma risultano casi sempre più sporadici.
Il clima sulla terra è sempre cambiato, rispecchiando dei precisi cicli naturali. Il punto cruciale sono però le scale temporali: i cicli climatici naturali si verificano in tempi millenari, fatto peraltro che consente un adeguato riadattamento degli ecosistemi. Il cambiamento climatico al quale stiamo assistendo oggi è, invece, estremamente rapido e agisce su scale temporali dell’ordine di decenni, non millenni. Ed è in questa rapidità che subentra la forzante antropica, che va quindi a sommarsi a quella naturale, in quanto quest’accelerazione del cambiamento climatico si è verificata a partire dall’era industriale».
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