Il telescopio spaziale europeo Euclid, lanciato il 30 giugno scorso, ha aperto i suoi “occhi” elettronici sull’Universo ancora sconosciuto e ha mandato le sue prime immagini da un milione e mezzo di chilometri dalla Terra.
A riprendere le straordinarie immagini sono stati i due strumenti, realizzati con un forte contributo italiano, che sono stati appena accesi: VIS (VISible Instrument) e NISP (Near Infrared Spectrometer Photometer). Alla loro realizzazione hanno partecipato l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
Le immagini sono talmente incredibili per la loro nitidezza che alcuni scienziati le hanno definite “ipnotizzanti”. Mancano ancora un paio di mesi prima che Euclid cominci a fornire la sua vera nuova visione del cosmo, ma dopo questi primi testi gli scienziati e gli ingegneri sono fiduciosi che il telescopio e i suoi strumenti funzionino bene.
Nell’immagine in alto, la prima inviata da Euclid in luce infrarossa, si vedono galassie a spirale ed ellittiche, stelle vicine e lontane, ammassi stellari, e molto altro, a riprova dello straordinario grado di dettaglio che lo strumento è già in grado di ottenere. L’immagine è stata realizzata con lo strumento NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer).
«Dopo più di 11 anni di progettazione e sviluppo di Euclid, è esaltante ed estremamente emozionante vedere queste prime immagini» ha affermato Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). «Euclid, una volta calibrato completamente, osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa 3D del cielo mai vista prima».
Lo strumento VISible di Euclid (VIS) scatterà immagini super nitide di miliardi di galassie per misurarne le forme. Già dalla prima immagine si intravede la capacità che avrà il VIS; mentre alcune galassie sono molto facili da individuare, molte altre sono macchie sfocate nascoste tra le stelle, in attesa di essere svelate in futuro.
Lo strumento NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer) di Euclid ha un duplice ruolo: fotografare le galassie nella luce infrarossa e misurare la quantità di luce che le galassie emettono a varie lunghezze d’onda. Questo secondo ruolo ci permette di capire direttamente quanto è lontana ogni galassia.
Qui sotto, l’immagine mostra le prime osservazioni spettroscopiche di stelle e galassie realizzate con lo strumento NISP, a bordo del satellite Euclid, che misura la quantità di luce che un corpo celeste emette in diverse lunghezze d’onda nella banda del vicino infrarosso. Dallo spettro di una galassia si possono estrarre importanti informazioni sul suo tipo e la sua distanza.
«Accendere uno strumento spaziale è un’esperienza unica: quando abbiamo visto i primi dati di telemetria scorrere sullo schermo, l’emozione è stata tanta e tra applausi e abbracci, ci siamo rimessi subito tutti al lavoro, consapevoli che questo è solo l’inizio dell’avventura» racconta Anna Di Giorgio dell’INAF, che coordina le attività italiane per la missione Euclid finanziate dall’ASI.
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L’articolo L’esploratore delle galassie ha mandato le prime ipnotizzanti immagini sembra essere il primo su La Rivista della Natura.
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