Quasi nove europei su dieci (88%, Eurobarometro 2954/2023) sono d’accordo sulla necessità di ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra.
Eppure, non si fermano le voci di chi si oppone ai dati e alla scienza, alimentando un clima di dubbio e sfiducia sulla reale portata dei cambiamenti climatici e i loro effetti negativi per la vita sulla Terra.
Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore? . Tante informazioni sono oggi a portata di mano ma non tutte “fanno rumore” nello stesso modo. Possiamo risolvere dubbi e cercare curiosità su internet, chiedendo ai nostri assistenti vocali o all’intelligenza artificiale. Tuttavia, il risultato è spesso una mole di dati e informazioni la cui veridicità può essere da accertare. Per questo la disinformazione spesso riesce ad avere presa.
“La disinformazione influenza la nostra capacità di scelta”, spiega Claudia Colla, Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano. “Siamo più esposti alle minacce che provengono dall’esterno. Ci sono attori che scommettono sulle nostre divisioni, che puntano a indebolire la forza della nostra democrazia”.
La Commissione europea è in prima linea nella lotta alla disinformazione. Ad esempio, durante la pandemia di Covid-19, ha chiesto alle principali piattaforme online di rafforzare il controllo sui contenuti falsi. Per ogni post e video pubblicati sui principali social media sono comparsi riferimenti alle informazioni ufficiali del Ministero della Salute, proteggendo così il diritto all’informazione e offrendo maggiori tutele agli utenti meno esperti.
Durante il Focus Live 2023, Claudia Colla ha presentato le “Visioni dal Futuro” della Commissione europea: l’Unione europea uno spazio delle libertà, per la conoscenza e sempre più blu e verde. Ha raccontando l’impegno dell’Unione europea per proteggere i diritti dei cittadini europei, rafforzare la nostra competitività, lottare contro i cambiamenti climatici e ripristinare la biodiversità.
Su questi temi, spesso presi di mira nei processi di disinformazione, i partecipanti si sono misurati con aneddoti e curiosità, durante il laboratorio interattivo “L’Europa in Gioco”, lo scorso sabato 4 novembre
Quanta paura abbiamo dei cambiamenti climatici?. Diverse domande de “L’Europa in Gioco” hanno riguardato le politiche europee per il clima e l’ambiente.
Gli interventi dell’UE si posizionano all’interno di una cornice più grande: il Green Deal europeo. Si tratta di un programma per affrontare i cambiamenti climatici, salvaguardare la biodiversità e rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
Per riuscirci, la Commissione ha proposto un pacchetto di iniziative per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Questo significa migliorare la qualità dell’aria, delle acque e del suolo, e supportare la transizione verso un’economia circolare.
Transizione ecologica e sviluppo economico: un binomio possibile
La transizione ecologica è una necessità ma è anche un’opportunità per i suoi effetti positivi sull’economia e sulla nascita di nuovi posti di lavoro, che attrarranno le menti migliori in Europa. Secondo le stime, grazie agli investimenti del Green Deal, entro il 2030 ci saranno più posti di lavoro (+ 3,7%) e una crescita maggiore del PIL europeo (+ 1,7%) rispetto alla situazione attuale.
In termini economici, è destinato al Green Deal europeo un terzo dei 1.800 miliardi di euro del programma NextGenerationEU, pensato per la ripresa economica post-pandemia da Covid-19.
Il programma NextGeneration EU finanzia i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) dei 27 Paesi membri. Il piano dell’Italia ammonta a 191,5 miliardi di euro; più del 31,05% (pari a 59,46 miliardi di euro) sarà investito per realizzare la transizione verde, ecologica e inclusiva del Paese.
E le nostre scelte possono fare la differenza
Gli elettrodomestici che scegliamo per le nostre case o i mezzi di trasporto che utilizziamo per spostarci in città sono due esempi dell’impatto che il nostro comportamento può avere sull’ambiente circostante.
Le città sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2, soprattutto causate dalla produzione industriale e dai mezzi di trasporto più inquinanti, che richiedono quantità elevate di combustibile fossile.. L’Unione europea punta ad essere capofila nelle tecnologie pulite: il valore delle start-up a zero emissioni nette in Europa è raddoppiato, mentre è aumentata di oltre il 25% la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili (eolica e solare).
La Commissione ha poi promosso uno standard universale per i caricabatterie dei dispositivi elettronici (come smartphone e tablet). Proprio i caricabatterie sono responsabili di 11mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Infine, possiamo riconoscere in modo semplice e immediato gli elettrodomestici più efficienti, grazie alle classi energetiche indicate con una scala che va da G (meno efficiente) a A+++ (più efficiente).
Per sapere di più su cosa fa l’Unione europea visita il sito internet della Rappresentanza della Commissione europea in Italia. .
In vista delle prossime elezioni europee nel 2024, la Commissione UE rafforza il suo impegno contro le fake news e punta a rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero Quasi nove europei su dieci (88%, Eurobarometro 2954/2023) sono d’accordo sulla necessità di ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra.
Eppure, non si fermano le voci di chi si oppone ai dati e alla scienza, alimentando un clima di dubbio e sfiducia sulla reale portata dei cambiamenti climatici e i loro effetti negativi per la vita sulla Terra.
Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore? . Tante informazioni sono oggi a portata di mano ma non tutte “fanno rumore” nello stesso modo. Possiamo risolvere dubbi e cercare curiosità su internet, chiedendo ai nostri assistenti vocali o all’intelligenza artificiale. Tuttavia, il risultato è spesso una mole di dati e informazioni la cui veridicità può essere da accertare. Per questo la disinformazione spesso riesce ad avere presa.
“La disinformazione influenza la nostra capacità di scelta”, spiega Claudia Colla, Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano. “Siamo più esposti alle minacce che provengono dall’esterno. Ci sono attori che scommettono sulle nostre divisioni, che puntano a indebolire la forza della nostra democrazia”.
La Commissione europea è in prima linea nella lotta alla disinformazione. Ad esempio, durante la pandemia di Covid-19, ha chiesto alle principali piattaforme online di rafforzare il controllo sui contenuti falsi. Per ogni post e video pubblicati sui principali social media sono comparsi riferimenti alle informazioni ufficiali del Ministero della Salute, proteggendo così il diritto all’informazione e offrendo maggiori tutele agli utenti meno esperti.
Durante il Focus Live 2023, Claudia Colla ha presentato le “Visioni dal Futuro” della Commissione europea: l’Unione europea uno spazio delle libertà, per la conoscenza e sempre più blu e verde. Ha raccontando l’impegno dell’Unione europea per proteggere i diritti dei cittadini europei, rafforzare la nostra competitività, lottare contro i cambiamenti climatici e ripristinare la biodiversità.
Su questi temi, spesso presi di mira nei processi di disinformazione, i partecipanti si sono misurati con aneddoti e curiosità, durante il laboratorio interattivo “L’Europa in Gioco”, lo scorso sabato 4 novembre
Quanta paura abbiamo dei cambiamenti climatici?. Diverse domande de “L’Europa in Gioco” hanno riguardato le politiche europee per il clima e l’ambiente.
Gli interventi dell’UE si posizionano all’interno di una cornice più grande: il Green Deal europeo. Si tratta di un programma per affrontare i cambiamenti climatici, salvaguardare la biodiversità e rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
Per riuscirci, la Commissione ha proposto un pacchetto di iniziative per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Questo significa migliorare la qualità dell’aria, delle acque e del suolo, e supportare la transizione verso un’economia circolare.
Transizione ecologica e sviluppo economico: un binomio possibile
La transizione ecologica è una necessità ma è anche un’opportunità per i suoi effetti positivi sull’economia e sulla nascita di nuovi posti di lavoro, che attrarranno le menti migliori in Europa. Secondo le stime, grazie agli investimenti del Green Deal, entro il 2030 ci saranno più posti di lavoro (+ 3,7%) e una crescita maggiore del PIL europeo (+ 1,7%) rispetto alla situazione attuale.
In termini economici, è destinato al Green Deal europeo un terzo dei 1.800 miliardi di euro del programma NextGenerationEU, pensato per la ripresa economica post-pandemia da Covid-19.
Il programma NextGeneration EU finanzia i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) dei 27 Paesi membri. Il piano dell’Italia ammonta a 191,5 miliardi di euro; più del 31,05% (pari a 59,46 miliardi di euro) sarà investito per realizzare la transizione verde, ecologica e inclusiva del Paese.
E le nostre scelte possono fare la differenza
Gli elettrodomestici che scegliamo per le nostre case o i mezzi di trasporto che utilizziamo per spostarci in città sono due esempi dell’impatto che il nostro comportamento può avere sull’ambiente circostante.
Le città sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2, soprattutto causate dalla produzione industriale e dai mezzi di trasporto più inquinanti, che richiedono quantità elevate di combustibile fossile.. L’Unione europea punta ad essere capofila nelle tecnologie pulite: il valore delle start-up a zero emissioni nette in Europa è raddoppiato, mentre è aumentata di oltre il 25% la capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili (eolica e solare).
La Commissione ha poi promosso uno standard universale per i caricabatterie dei dispositivi elettronici (come smartphone e tablet). Proprio i caricabatterie sono responsabili di 11mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Infine, possiamo riconoscere in modo semplice e immediato gli elettrodomestici più efficienti, grazie alle classi energetiche indicate con una scala che va da G (meno efficiente) a A+++ (più efficiente).
Per sapere di più su cosa fa l’Unione europea visita il sito internet della Rappresentanza della Commissione europea in Italia. .