1 Novembre 2024

I babbuini e la cooperazione strategica

I babbuini sono tra i primati più sociali che ci siano, e la loro organizzazione di gruppo è particolarmente complessa: vivono in unità composte da uno o due maschi e da un certo numero di femmine e cuccioli, e queste unità a loro volta fanno parte di una “truppa” più ampia che può arrivare a comprendere 300 esemplari. Una società così complessa richiede grande cooperazione per funzionare, e un nuovo studio pubblicato su Science Advances dimostra che almeno una specie di babbuino, quello della Guinea, è capace di quella che si chiama cooperazione strategica, un comportamento tipicamente umano e all’apparenza troppo complesso per gli altri primati.. Il gioco delle coppie. Immaginate di fare un favore a una persona, all’apparenza disinteressato: per esempio, fuori piove e voi prestate l’ombrello a un collega (tanto avete un impermeabile con cappuccio). La prossima volta che pioverà, se doveste essere voi quelli senza ombrello vi aspettate che il suddetto collega vi presti il suo, per ripagare il favore. Se non lo fa, la prossima volta ci penserete due volte prima di farlo. Lo studio dell’Université Aix-Marseille, condotto nel centro primati dell’università, ha messo un gruppo di babbuini della Guinea nelle stesse condizioni, facendoli partecipare a un “gioco delle coppie”. Ogni babbuino era dotato di un touchscreen e separato dal compagno da uno schermo di vetro trasparente, che gli permetteva di osservare le sue azioni. Lo schermo (che gli animali sapevano già usare in seguito a esperimenti precedenti) mostrava due pulsanti: toccandone uno, il babbuino veniva premiato con uno spuntino, mentre toccando l’altro lo spuntino veniva regalato anche all’esemplare dall’altra parte dello schermo.. Eredità del passato. La stragrande maggioranza delle volte (l’esperimento è stato ripetuto 250.000 volte nell’arco di tre mesi), i babbuini hanno scelto di premiare sé stessi e anche il compagno. Poi sono stati messi di fronte a una nuova prova: due pulsanti, uno dei quali donava uno snack al compagno (ma non al “premitore”) e l’altro senza alcun effetto. Anche qui, la maggior parte dei babbuini hanno optato per premiare comunque il loro compagno, anche senza ottenere nulla in cambio; quelli che non l’hanno fatto, e hanno preferito toccare il pulsante neutro, sono stati puniti dagli altri esemplari, venendo esclusi a loro volta dal premio. In certi casi, addirittura, il babbuino che ha visto il compagno premere il pulsante “inutile” si è alzato dalla postazione ed è andato a cercarne un’altra libera, sperando di trovare un compagno più generoso. I babbuini (per quanto testati finora solo in laboratorio) sono dunque capaci di cooperazione strategica, e secondo gli autori dello studio potrebbero averla ereditata da un antenato in comune con noi umani, vissuto 30 milioni di anni fa. .

 I babbuini sono capaci di cooperazione strategica, premiando l’altruismo e punendo l’egoismo. I babbuini sono tra i primati più sociali che ci siano, e la loro organizzazione di gruppo è particolarmente complessa: vivono in unità composte da uno o due maschi e da un certo numero di femmine e cuccioli, e queste unità a loro volta fanno parte di una “truppa” più ampia che può arrivare a comprendere 300 esemplari. Una società così complessa richiede grande cooperazione per funzionare, e un nuovo studio pubblicato su Science Advances dimostra che almeno una specie di babbuino, quello della Guinea, è capace di quella che si chiama cooperazione strategica, un comportamento tipicamente umano e all’apparenza troppo complesso per gli altri primati.. Il gioco delle coppie. Immaginate di fare un favore a una persona, all’apparenza disinteressato: per esempio, fuori piove e voi prestate l’ombrello a un collega (tanto avete un impermeabile con cappuccio). La prossima volta che pioverà, se doveste essere voi quelli senza ombrello vi aspettate che il suddetto collega vi presti il suo, per ripagare il favore. Se non lo fa, la prossima volta ci penserete due volte prima di farlo. Lo studio dell’Université Aix-Marseille, condotto nel centro primati dell’università, ha messo un gruppo di babbuini della Guinea nelle stesse condizioni, facendoli partecipare a un “gioco delle coppie”. Ogni babbuino era dotato di un touchscreen e separato dal compagno da uno schermo di vetro trasparente, che gli permetteva di osservare le sue azioni. Lo schermo (che gli animali sapevano già usare in seguito a esperimenti precedenti) mostrava due pulsanti: toccandone uno, il babbuino veniva premiato con uno spuntino, mentre toccando l’altro lo spuntino veniva regalato anche all’esemplare dall’altra parte dello schermo.. Eredità del passato. La stragrande maggioranza delle volte (l’esperimento è stato ripetuto 250.000 volte nell’arco di tre mesi), i babbuini hanno scelto di premiare sé stessi e anche il compagno. Poi sono stati messi di fronte a una nuova prova: due pulsanti, uno dei quali donava uno snack al compagno (ma non al “premitore”) e l’altro senza alcun effetto. Anche qui, la maggior parte dei babbuini hanno optato per premiare comunque il loro compagno, anche senza ottenere nulla in cambio; quelli che non l’hanno fatto, e hanno preferito toccare il pulsante neutro, sono stati puniti dagli altri esemplari, venendo esclusi a loro volta dal premio. In certi casi, addirittura, il babbuino che ha visto il compagno premere il pulsante “inutile” si è alzato dalla postazione ed è andato a cercarne un’altra libera, sperando di trovare un compagno più generoso. I babbuini (per quanto testati finora solo in laboratorio) sono dunque capaci di cooperazione strategica, e secondo gli autori dello studio potrebbero averla ereditata da un antenato in comune con noi umani, vissuto 30 milioni di anni fa. .