27 Luglio 2024

Diabete: il fattore smog

Inalare aria densa di polveri inquinanti è un fattore di rischio importante per il diabete di tipo 2. Nella Giornata mondiale contro il diabete (World Diabetes Day) che ricorre ogni anno il 14 novembre, vogliamo riportare i risultati di uno studio di recente pubblicato sulla rivista Lancet, che fa luce su una delle principali cause ambientali della malattia del secolo: lo smog.
La ricerca condotta su 12.000 abitanti di Nuova Delhi e Chennai, città funestate da cieli inquinatissimi, conferma l’esistenza di un chiaro collegamento tra l’esposizione alle polveri sottili e l’aumento della glicemia e del rischio di incorrere in diabete di tipo 2.. Oltre il limite. Da tempo è nota la capacità della frazione respirabile delle polveri sottili – chiamate PM2,5, con diametro inferiore a 2,5 micron – di causare malattie croniche e acute a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Queste particelle 30 volte più sottili di un capello, liberate nell’aria dalle attività umane che usano combustibili fossili, sono infatti abbastanza piccole da entrare nella circolazione sanguigna.
Il nuovo studio cominciato nel 2010 è il primo a concentrarsi sul collegamento tra esposizione alle polveri sottili e insorgenza del diabete in India, uno dei Paesi più inquinati al mondo. Le due città considerate mostrano livelli medi annuali di polveri sottili ben al di sopra della soglia-limite fissata dall’OMS per tutelare la salute, che è di 5 microgrammi al metro cubo. A Nuova Delhi, la media annuale di PM2,5 è di 82-100 microgrammi al metro cubo e a Chennai di 30-40 microgrammi al metro cubo.. Allo stesso tempo il Paese mostra anche un’incidenza particolarmente alta di malattie croniche, con l’11,4% della popolazione (101 milioni di persone) che soffrono di diabete e 136 milioni con prediabete – una fase che spesso precede il diabete di tipo 2, caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma. In Europa la prevalenza di diabete nella popolazione era del 6,2% nel 2019.. Un nesso evidente. Il team del Centre for Chronic Disease Control di Delhi ha seguito 12.000 abitanti delle due città per 7 anni, misurando periodicamente i loro livelli di glicemia (la concentrazione degli zuccheri nel sangue) e usando dati satellitari per ricostruire il livello di inquinamento atmosferico sopra al loro indirizzo di residenza in quel periodo.
Un mese di esposizione al PM2,5 è risultato associato a livelli più alti di zuccheri nel sangue, mentre una prolungata esposizione a questo particolato (un anno) è parsa legata a un rischio più alto di diabete di tipo 2. Per ogni aumento di 10 microgrammi al metro cubo nella media annuale di PM2,5 nelle due città, il rischio di diabete aumentava del 22%.. Un male cittadino. La ricerca ha trovato inoltre che la prevalenza di diabete di tipo 2 in India era più elevata nelle aree urbane rispetto a quelle rurali: l’inquinamento atmosferico potrebbe essere una delle ragioni ambientali, insieme all’alimentazione, all’obesità e alla mancanza di esercizio fisico.. Non solo diabete. Un altro studio condotto sulla stessa coorte di volontari ha trovato che l’esposizione ai livelli elevatissimi di polveri sottili a Nuova Delhi era collegata a un aumento della presssione sanguigna e a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione. Il PM2,5 contiene infatti sostanze che danneggiano il rivestimento dei vasi sanguigni e induriscono le arterie. Ma è anche un interferente endocrino, ossia una sostanza che può alterare il normale equilibrio ormonale, ostacolando la produzione e il funzionamento dell’insulina. Questo ormone prodotto dal pancreas permette alle cellule di prelevare lo zucchero presente nel sangue e assunto con l’alimentazione, per utilizzarlo per quello che è, ossia una fonte di energia.. Si può rimediare? Nonostante i risultati ben poco rassicuranti dello studio, la speranza è che ridurre l’inquinamento atmosferico possa diminuire anche il numero di casi di diabete e di altre malattie croniche..

 Nella Giornata mondiale del diabete, uno studio sui residenti di due inquinatissime città indiane conferma il legame tra polveri sottili e diabete di tipo 2. Inalare aria densa di polveri inquinanti è un fattore di rischio importante per il diabete di tipo 2. Nella Giornata mondiale contro il diabete (World Diabetes Day) che ricorre ogni anno il 14 novembre, vogliamo riportare i risultati di uno studio di recente pubblicato sulla rivista Lancet, che fa luce su una delle principali cause ambientali della malattia del secolo: lo smog.
La ricerca condotta su 12.000 abitanti di Nuova Delhi e Chennai, città funestate da cieli inquinatissimi, conferma l’esistenza di un chiaro collegamento tra l’esposizione alle polveri sottili e l’aumento della glicemia e del rischio di incorrere in diabete di tipo 2.. Oltre il limite. Da tempo è nota la capacità della frazione respirabile delle polveri sottili – chiamate PM2,5, con diametro inferiore a 2,5 micron – di causare malattie croniche e acute a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Queste particelle 30 volte più sottili di un capello, liberate nell’aria dalle attività umane che usano combustibili fossili, sono infatti abbastanza piccole da entrare nella circolazione sanguigna.
Il nuovo studio cominciato nel 2010 è il primo a concentrarsi sul collegamento tra esposizione alle polveri sottili e insorgenza del diabete in India, uno dei Paesi più inquinati al mondo. Le due città considerate mostrano livelli medi annuali di polveri sottili ben al di sopra della soglia-limite fissata dall’OMS per tutelare la salute, che è di 5 microgrammi al metro cubo. A Nuova Delhi, la media annuale di PM2,5 è di 82-100 microgrammi al metro cubo e a Chennai di 30-40 microgrammi al metro cubo.. Allo stesso tempo il Paese mostra anche un’incidenza particolarmente alta di malattie croniche, con l’11,4% della popolazione (101 milioni di persone) che soffrono di diabete e 136 milioni con prediabete – una fase che spesso precede il diabete di tipo 2, caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma. In Europa la prevalenza di diabete nella popolazione era del 6,2% nel 2019.. Un nesso evidente. Il team del Centre for Chronic Disease Control di Delhi ha seguito 12.000 abitanti delle due città per 7 anni, misurando periodicamente i loro livelli di glicemia (la concentrazione degli zuccheri nel sangue) e usando dati satellitari per ricostruire il livello di inquinamento atmosferico sopra al loro indirizzo di residenza in quel periodo.
Un mese di esposizione al PM2,5 è risultato associato a livelli più alti di zuccheri nel sangue, mentre una prolungata esposizione a questo particolato (un anno) è parsa legata a un rischio più alto di diabete di tipo 2. Per ogni aumento di 10 microgrammi al metro cubo nella media annuale di PM2,5 nelle due città, il rischio di diabete aumentava del 22%.. Un male cittadino. La ricerca ha trovato inoltre che la prevalenza di diabete di tipo 2 in India era più elevata nelle aree urbane rispetto a quelle rurali: l’inquinamento atmosferico potrebbe essere una delle ragioni ambientali, insieme all’alimentazione, all’obesità e alla mancanza di esercizio fisico.. Non solo diabete. Un altro studio condotto sulla stessa coorte di volontari ha trovato che l’esposizione ai livelli elevatissimi di polveri sottili a Nuova Delhi era collegata a un aumento della presssione sanguigna e a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione. Il PM2,5 contiene infatti sostanze che danneggiano il rivestimento dei vasi sanguigni e induriscono le arterie. Ma è anche un interferente endocrino, ossia una sostanza che può alterare il normale equilibrio ormonale, ostacolando la produzione e il funzionamento dell’insulina. Questo ormone prodotto dal pancreas permette alle cellule di prelevare lo zucchero presente nel sangue e assunto con l’alimentazione, per utilizzarlo per quello che è, ossia una fonte di energia.. Si può rimediare? Nonostante i risultati ben poco rassicuranti dello studio, la speranza è che ridurre l’inquinamento atmosferico possa diminuire anche il numero di casi di diabete e di altre malattie croniche..