I videogiochi free to play: uno degli sviluppi più importanti del mondo del gaming dell’ultimo decennio.
I videogiochi sono una materia sempre in frequente evoluzione, con l’arrivo di nuove tecnologie e piattaforme che trasformano il modo in cui giochiamo ed interagiamo con essi. Il videogiocatore medio si aspetta sempre nuove frontiere, che si parli in termine di grafica o di gameplay. È così che le grandi compagnie videoludiche si sono chieste come attirale l’attenzione del giocatore, anche a discapito del guadagno sui propri prodotti. Ed è proprio cosi che sono nati i giochi che sembrano gratuiti, ma che in realtà rubano quella che è la valuta più importante della tua vita: il tuo tempo.
I videogiochi free to play e come giocano con la tua psiche
I videogiochi free to play, come intuibile dal nome, sono giochi disponibili senza dover spendere una cifra di acquisto. Tra i titoli gratis più famosi troviamo:
1) Fortnite, che ha completamente rivoluzionato il genere shooter e dopo un picco di popolarità durato anni è ora in una parabola discendente;
2) League of Legends forse è il più iconico proprio perché da anni continua ad essere giocato da milioni anche a distanza di 14 anni dal primo rilascio del 2009;
3) Genshin Impact, pubblicato dalla casa software miHoYo nel 2020 la nonostante le molte controversie è uno dei gatcha free to play più amati e popolari al momento.
Questi tre titoli, nonostante siano completamente diversi l’uno dall’altro, hanno due cose in comune ovvero: l’elevato uso di microtransazioni e la quantità di tempo necessaria per stare al passo col gioco. Analizzandoli singolarmente vediamo che questo trend, però, ha conseguenze diverse in base ai 3 giochi. Fortnite e League of Legends (LoL) sono giochi che spiccano anche a livello di eSports, non a caso i due videogiochi hanno competizioni professionistiche che mettono in palio milioni di dollari ogni anni, mentre Genshin Impact si presenta come gioco principalmente single player e le interazioni multiplayer sono solo collaborative.
Questa differenza porta quindi ad un differente uso delle microtransazioni nei tre videogiochi free to play: l’approccio competitivo di LoL e Fortnite svanirebbe se si potessero acquistare potenziamenti o personaggi più forti perché in quel caso sarebbe semplicemente una gara a chi spende di più. Questo, quindi, ha portato ad un approccio alle microtransazioni puramente estetico; infatti, i giocatori possono solo acquistare aspetti per i campioni o altre varianti estetiche di oggetti nel gioco. Ed è assurdo pensare come Epic Games guadagni annualmente 2,5 miliardi di dollari e Riot games 1,5 miliardi grazie solo alle microtransazioni. Ma su questo campo non scalfiscono neanche minimamente Genshin Impact che, diversamente dagli altri due titoli, utilizza attivamente le microtransazioni per migliorare l’esperienza di gioco del giocatore e sbloccare personaggi e potenziamenti; non a caso gli introiti di miHoYo per Genshin sono più di 3,5 miliardi annui.
Ma il denaro non è l’unica valuta che i videogiochi free to play ottengono dal videogiocatore, la valuta più importante, e forse sottovalutata, è l’investimento in termini di tempo che il giocatore dà a questi giochi. Infatti senza quel muro del pagamento iniziale, i giocatori totali saranno in un numero sempre più alto e l’unico modo per migliorare più velocemente degli altri e vincere è investire più tempo possibile nel gioco che, invece di essere un’esperienza breve e divertente, diventa quasi un lavoro a cui dedicare più tempo del dovuto. E considerando che la maggior parte dei videogiochi free to play sono spesso play to earn (ovvero gioca per ottenere) ed offrono piccole ricompense per quante partite giochi, quel tempo impiegato viene anche giustificato attraverso la ricompensa soprattutto in termini di soddisfazione del giocatore che viene motivato a giocare ancora di più.
E questo è un discorso applicabile anche alla miriade di giochi gratuiti per cellulare che applicano tecniche ben peggiori per tenere i giocatori all’amo della loro canna da pesca. Infatti, col pretesto di essere giochi gratuiti, propongono piccoli pacchetti di benvenuto a prezzi irrisori che moltiplicati però per i tantissimi giocatori ammonta a un bel gruzzolo oppure propongono ricompense giornaliere per l’accesso al gioco. Questo, a seconda di studi scientifici, non è solo una tecnica per tenere motivati i loro giocatori ma una vera e propria trappola di serotonina data dalle ricompense “gratuite” che si possono ottenere semplicemente aprendo il gioco.
Il mondo del gaming è ancora in continua evoluzione e, mentre le grandi compagnie sembrano deludere le aspettative, queste piccole opere stanno conquistando il mercato anche con metodi poco ortodossi. I videogiochi free to play sono ormai il presente del gaming, ma speriamo non siano anche il futuro.
Fonte immagine: Pixabay
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