Quando sette anni fa il residente di un villaggio in provincia di Cordova (Spagna) consegnò agli archeologi un frammento di un’anfora d’olio di epoca romana, gli esperti credevano di trovarsi di fronte a un reperto archeologico non di particolare valore: tuttavia, analizzando quel pezzetto di 1.800 anni fa largo 6 centimetri e lungo 8, hanno potuto constatare che vi erano incisi dei versi del poema Le Georgiche di Virgilio, uno dei più grandi poeti latini della storia.
Una scoperta più unica che rara, dal momento che normalmente sulle anfore romane vengono ritrovate scritte riguardanti informazioni pratiche, come la quantità del liquido contenuto o il produttore. Chi fu l’autore delle scritte? E perché le fece?. I versi. «Quando abbiamo visto che si trattava di un’incisione lunga quattro o cinque righe, abbiamo capito che la scoperta era eccezionale», afferma Iván González Tobar, un archeologo che ha partecipato al progetto, spiegando che difficilmente sulle anfore si trovano incisioni più lunghe di una o due righe. Il testo, con qualche errore di trascrizione, corrisponde al settimo e l’ottavo verso del primo libro delle Georgiche, un poema di Virgilio scritto nel 29 a.C. e dedicato all’agricoltura e alla vita in campagna:
Chaoniam pingui glandem mutauit arista, poculaque inuentis Acheloia miscuit uuis
In italiano, “(La terra) trasformò le ghiande caonie in pingui spighe di grano, e mescolò l’acqua dell’Acheloo col succo dell’uva che aveva scoperto”.. Perché? La domanda sorge spontanea: perché qualcuno ha voluto incidere su un’anfora i versi delle Georgiche? E perché proprio le Georgiche e non, per dire, la più conosciuta Eneide? Non abbiamo ancora certezze, ma gli esperti avanzano alcune ipotesi.
Innanzitutto bisogna notare che i versi sono stati scritti sotto l’anfora, in una zona dove non sarebbero stati notati se non da un occhio attento. «Vennero incisi fuori dalla fabbrica, probabilmente a memoria», spiega González Tobar. I ricercatori ritengono che l’autore sia stato una persona di elevata cultura, il che dimostrerebbe anche che la pianura del Guadalquivir era abitata da persone con un buon livello di alfabetizzazione.. Chi? Quanto all’autore dell’incisione, gli autori propongono diverse possibilità: può essersi trattato di un lavoratore specializzato con un alto livello di alfabetizzazione, oppure di qualcuno proveniente dai villaggi vicini imparentato alla famiglia aristocratica proprietaria della fabbrica.
Non è nemmeno da escludere l’ipotesi che si trattasse di un bambino, poiché era normale che anche i più piccoli fornissero questo tipo di manodopera..
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