Circa 2.000 anni fa, nel sudest asiatico, si preparavano i primi piatti aromatizzati al curry: questo tradizionale insieme di spezie – oggi diffuso un po’ in tutto il mondo ma tipico della cucina asiatica – combina aromi provenienti da diverse regioni dell’Asia, a riprova che già all’epoca era attiva una fiorente rotta delle spezie. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Science Advances che ha analizzato i resti di alcuni strumenti in pietra utilizzati per triturare le spezie ritrovati in Vietnam nel sito archeologico di Óc Eo, un importante porto dell’antica città di Funan, vicino all’attuale Ho Chi Minh.. Prove tangibili. Da tempo gli storici sanno dell’esistenza di un’antica rotta commerciale attiva in contemporanea alla famosa Via della Seta: tuttavia fino ad ora non avevamo mai trovato prove fisiche, ma solo scritte. «Prima di questo studio, sulle prime rotte delle spezie avevamo solo qualche indizio che ci veniva da antichi documenti provenienti da India, Cina e Roma», spiega Hsiao-chun Hung, una degli autori della ricerca. «Ora per la prima volta possiamo confermare che queste spezie venivano effettivamente commercializzate quasi 2.000 anni fa».. La rotta delle spezie. Abbiamo trovato tracce di otto spezie: curcuma, zenzero, zenzero cinese (o krachai), zenzero aromatico (o kencur), galanga (una radice simile allo zenzero), chiodi di garofano, noce moscata (di cui ancora, duemila anni dopo, si percepisce l’aroma pungente) e cannella. La maggior parte di esse non sono originarie del Vietnam, e questo ha fatto supporre che fossero state importate attraverso l’Oceano Indiano viaggiando per migliaia di chilometri. «Quando trovi tutte queste spezie in un contesto diverso dal normale, capisci che erano le persone a trasportarle da un luogo all’altro», commenta Tom Hoogervorst, linguista e archeologo non coinvolto nello studio.. Alcuni dubbi. Secondo Hung gli stessi strumenti in pietra utilizzati per triturarle sarebbero stati importati: a detta di Hoogervorst, però, è un azzardo immaginarlo, dando per scontato che gli abitanti del sudest asiatico non fossero in grado di capire come polverizzare del cibo con delle pietre. L’archeologo non crede nemmeno nella teoria di un’importazione unidirezionale della tradizione culinaria sudasiatica, e sostiene che si trattasse piuttosto di uno scambio. Altri esperti non sono convinti della precisione della datazione delle spezie, effettuata con il metodo del radiocarbonio, e vorrebbero che venissero usati altri metodi.
Hung spera che questo e futuri studi aiutino a gettare nuova luce sul ruolo del sudest asiatico nella storia, secondo lei spesso sottovalutato: «La nostra ricerca sottolinea come il sudest asiatico fosse un importante crocevia di migranti, mercanti e viaggiatori provenienti da diversi Paesi», conclude..
In Vietnam sono stati ritrovati i resti di spezie utilizzate per preparare il curry: molte non erano tipiche della zona, a riprova che venivano importate via mare dall’Asia.