Per 400 anni il popolo giapponese degli Hirota, vissuto tra il III e il VII secolo d. C. nell’isola di Tanegashima, ha volutamente deformato il cranio dei propri bambini: è quanto emerge da uno studio pubblicato su PLOS One, che ha analizzato i diversi resti ritrovati negli anni. Fino ad ora non era chiaro se i crani fossero stati deformati da un processo naturale sconosciuto o volutamente attraverso un metodo chiamato deformazione cranica artificiale, che prevede la fasciatura o lo schiacciamento del cranio del piccolo poco dopo la nascita: i risultati della ricerca fanno propendere per questa seconda ipotesi, anche se i motivi sono ancora incerti.. Nuca appiattita. Nello studio i ricercatori hanno confrontato la forma dei crani degli Hirota con quelli dei popoli Yayoi e Jōmon, che vivevano in altre zone del Giappone più o meno nello stesso periodo. Tutti i resti degli Hirota erano stati alterati per ottenere delle teste più corte con una nuca piatta: l’analisi ha rivelato dei danni simili all’osso occipitale alla base di ogni cranio, indifferentemente dal sesso.. Il motivo per cui gli Hirota deformassero i crani dei bambini non è chiaro: un’ipotesi è che questa modifica li aiutasse a distinguersi da altre popolazioni.. Una pratica diffusa. La deformazione cranica artificiale era una pratica diffusa tra molti gruppi nella storia, come gli Unni, le donne europee del Medioevo, i Maya, alcune tribù native americane e persone appartenenti alla cultura Paracas del Perù, i cui crani allungati (vedi immagine sopra) hanno fatto sospettare i complottisti di trovarsi davanti a chiare prove dell’esistenza degli alieni (e ispirato il quarto film della saga di Indiana Jones).. Ancora oggi alcune popolazioni ricorrono a questa pratica: si tratta principalmente di abitanti della nazione di Vanuatu, un arcipelago in Oceania, che deformano i propri crani per renderli più simili a quelli dei loro dei, che hanno una testa allungata. Raramente anche in Congo le teste delle bambine vengono fasciate un mese dopo la nascita per renderle più lunghe come status symbol..
Il popolo degli Hirota, vissuto in Giappone tra il III e il VII secolo d.C., aveva l’abitudine di deformare il cranio dei bambini appiattendone la nuca.
Per 400 anni il popolo giapponese degli Hirota, vissuto tra il III e il VII secolo d. C. nell’isola di Tanegashima, ha volutamente deformato il cranio dei propri bambini: è quanto emerge da uno studio pubblicato su PLOS One, che ha analizzato i diversi resti ritrovati negli anni. Fino ad ora non era chiaro se i crani fossero stati deformati da un processo naturale sconosciuto o volutamente attraverso un metodo chiamato deformazione cranica artificiale, che prevede la fasciatura o lo schiacciamento del cranio del piccolo poco dopo la nascita: i risultati della ricerca fanno propendere per questa seconda ipotesi, anche se i motivi sono ancora incerti.. Nuca appiattita. Nello studio i ricercatori hanno confrontato la forma dei crani degli Hirota con quelli dei popoli Yayoi e Jōmon, che vivevano in altre zone del Giappone più o meno nello stesso periodo. Tutti i resti degli Hirota erano stati alterati per ottenere delle teste più corte con una nuca piatta: l’analisi ha rivelato dei danni simili all’osso occipitale alla base di ogni cranio, indifferentemente dal sesso.. Il motivo per cui gli Hirota deformassero i crani dei bambini non è chiaro: un’ipotesi è che questa modifica li aiutasse a distinguersi da altre popolazioni.. Una pratica diffusa. La deformazione cranica artificiale era una pratica diffusa tra molti gruppi nella storia, come gli Unni, le donne europee del Medioevo, i Maya, alcune tribù native americane e persone appartenenti alla cultura Paracas del Perù, i cui crani allungati (vedi immagine sopra) hanno fatto sospettare i complottisti di trovarsi davanti a chiare prove dell’esistenza degli alieni (e ispirato il quarto film della saga di Indiana Jones).. Ancora oggi alcune popolazioni ricorrono a questa pratica: si tratta principalmente di abitanti della nazione di Vanuatu, un arcipelago in Oceania, che deformano i propri crani per renderli più simili a quelli dei loro dei, che hanno una testa allungata. Raramente anche in Congo le teste delle bambine vengono fasciate un mese dopo la nascita per renderle più lunghe come status symbol..