Le popolazioni europee erano capaci di controllare il fuoco e usarlo per cucinare già 250.000 anni fa, vale a dire 50.000 anni prima di quanto stimato in precedenza: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Scientific Reports, nel quale si rivela la scoperta avvenuta nel sito archeologico di Valdocarros II, in Spagna.. I requisiti per definire il controllo del fuoco sono principalmente tre: l’uso di risorse specifiche, come un particolare tipo di legno; lo svolgimento di un’attività specifica, come cucinare; e l’intenzionalità, come il trasporto di carcasse animali nel luogo dove viene utilizzato il fuoco. . Molecole. In questo caso sembrano essere presenti tutti. Quando il legno viene bruciato rilascia delle molecole chiamate biomarcatori lipidici: questi, ritrovati nel sito di Valdocarros II, indicano che il legno di pino in decomposizione (che si infiamma facilmente) veniva usato come combustibile per accendere il fuoco. A conferma di ciò, gli studiosi hanno anche ritrovato altre molecole chiamate idrocarburi policiclici aromatici (PAH), che sono il prodotto di una combustione incompleta.. Basse temperature. L’analisi ha rivelato che il legno di pino venne bruciato a una bassa temperatura di circa 350 °C per periodi relativamente brevi: temperature non troppo alte sono fondamentali per non carbonizzare il cibo prima che l’interno sia cotto, e per rompere il tessuto biologico rendendolo più facile da digerire. È invece improbabile che fuochi a bassa temperatura venissero accesi per riscaldarsi.. Fuochi per cucinare. Tutto indica insomma che i fuochi di Valdocarros II venissero utilizzati per cucinare. Questa ipotesi è sostenuta da fatto che nel sito sono stati ritrovati numerosi fossili di mammiferi tra cui cervi reali (Cervus elaphus) macellati e uri (Bos primigenius), gli antenati selvatici dei bovini domestici.. E fuori dall’Europa? Le prove di domesticazione del fuoco più antiche mai ritrovate al di fuori dell’Europa arrivano dal Sudafrica, dove sono stati rinvenuti resti di ominini con centinaia di ossa di animali bruciate risalenti a 1-1,5 milioni di anni fa. Tuttavia, specifica Clayton Magill, uno degli autori dello studio, trovare artefatti umani e ossa animali bruciate nello stesso sito non indica che appartenessero allo stesso periodo, e tantomeno che gli umani fossero già in grado di controllare il fuoco e utilizzarlo per scopi precisi.. Fino ad ora, in Europa si riteneva che le prime prove certe di controllo del fuoco risalissero a 200.000 anni fa e fossero state ritrovate in Francia e in Spagna. La prima chiara evidenza extraeuropea di un fuoco prodotto dagli umani e usato per cucinare risale invece a circa 780.000 anni fa e viene da un sito archeologico in Israele (per approfondire).. «Il sito di Valdocarros II non è il più antico né il primo esempio di controllo del fuoco nel mondo», specifica Magill, «tuttavia è un importante punto di riferimento nell’evoluzione, perché stabilisce un chiaro limite temporale alla comparsa di una capacità tipicamente umana»..
Nuove evidenze trovate in un sito archeologico della Spagna assicurano che in Europa si usava il fuoco per cucinare già 250.000 anni fa, molto prima di quanto pensassimo.
Le popolazioni europee erano capaci di controllare il fuoco e usarlo per cucinare già 250.000 anni fa, vale a dire 50.000 anni prima di quanto stimato in precedenza: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Scientific Reports, nel quale si rivela la scoperta avvenuta nel sito archeologico di Valdocarros II, in Spagna.. I requisiti per definire il controllo del fuoco sono principalmente tre: l’uso di risorse specifiche, come un particolare tipo di legno; lo svolgimento di un’attività specifica, come cucinare; e l’intenzionalità, come il trasporto di carcasse animali nel luogo dove viene utilizzato il fuoco. . Molecole. In questo caso sembrano essere presenti tutti. Quando il legno viene bruciato rilascia delle molecole chiamate biomarcatori lipidici: questi, ritrovati nel sito di Valdocarros II, indicano che il legno di pino in decomposizione (che si infiamma facilmente) veniva usato come combustibile per accendere il fuoco. A conferma di ciò, gli studiosi hanno anche ritrovato altre molecole chiamate idrocarburi policiclici aromatici (PAH), che sono il prodotto di una combustione incompleta.. Basse temperature. L’analisi ha rivelato che il legno di pino venne bruciato a una bassa temperatura di circa 350 °C per periodi relativamente brevi: temperature non troppo alte sono fondamentali per non carbonizzare il cibo prima che l’interno sia cotto, e per rompere il tessuto biologico rendendolo più facile da digerire. È invece improbabile che fuochi a bassa temperatura venissero accesi per riscaldarsi.. Fuochi per cucinare. Tutto indica insomma che i fuochi di Valdocarros II venissero utilizzati per cucinare. Questa ipotesi è sostenuta da fatto che nel sito sono stati ritrovati numerosi fossili di mammiferi tra cui cervi reali (Cervus elaphus) macellati e uri (Bos primigenius), gli antenati selvatici dei bovini domestici.. E fuori dall’Europa? Le prove di domesticazione del fuoco più antiche mai ritrovate al di fuori dell’Europa arrivano dal Sudafrica, dove sono stati rinvenuti resti di ominini con centinaia di ossa di animali bruciate risalenti a 1-1,5 milioni di anni fa. Tuttavia, specifica Clayton Magill, uno degli autori dello studio, trovare artefatti umani e ossa animali bruciate nello stesso sito non indica che appartenessero allo stesso periodo, e tantomeno che gli umani fossero già in grado di controllare il fuoco e utilizzarlo per scopi precisi.. Fino ad ora, in Europa si riteneva che le prime prove certe di controllo del fuoco risalissero a 200.000 anni fa e fossero state ritrovate in Francia e in Spagna. La prima chiara evidenza extraeuropea di un fuoco prodotto dagli umani e usato per cucinare risale invece a circa 780.000 anni fa e viene da un sito archeologico in Israele (per approfondire).. «Il sito di Valdocarros II non è il più antico né il primo esempio di controllo del fuoco nel mondo», specifica Magill, «tuttavia è un importante punto di riferimento nell’evoluzione, perché stabilisce un chiaro limite temporale alla comparsa di una capacità tipicamente umana»..