Quante volte abbiamo sentito parlare dei famosi giovani negli anni ‘60, o meglio, dei “favolosi” anni ‘60 come spesso molti amano definirli. In Italia sono stati gli anni del boom economico, caratterizzato dal più grande rinnovamento generazionale che il nostro Paese abbia mai conosciuto. Sono gli anni in cui si afferma la musica pop, i media e la minigonna. La moda prendeva ispirazione dalle libertà giovanili, ribelli e contestatrici e i giovani affollano le piazze per manifestare i loro ideali politici ed esprimere il loro dissenso. La parola chiave era libertà, intesa come forma di espressione e di provocazione.
Come si divertivano i giovani degli anni ‘60?
Gli anni ‘60 sono gli anni delle balere, famose sale da ballo che si trovavano per lo più nelle località balneari o nelle maggiori città italiane, oppure erano semplici bar muniti di jukebox, dove i giovani si riunivano per ballare o semplicemente per conversare e fare nuove conoscenze. In Italia, infatti, erano la riviera toscana e quella romagnola i luoghi dove sono sorti i primi grandi locali che proponevano musica giovanile e che spesso ospitavano i cantanti più in voga del momento. Twist, hully gully, shake e surf: erano questi gli intramontabili balli degli anni ‘60, protagonisti in tutti i locali e portatori di tanto divertimento, quelli che hanno segnato un’epoca e scatenato la gioia di ballare in gruppo. Immaginate la scena: le ragazze indossavano gonne ampie, le più coraggiose osavano sfoggiare le prime minigonne, pantaloni e abiti aderenti di colori accesi con fantasie floreali, si cotonavano i capelli, coloravano le palpebre con dell’ombretto azzurro e indossavano gioielli e accessori estremamente notevoli, quasi esagerati; i ragazzi pettinavano i capelli all’indietro con il gel, indossavano scarpe di cuoio appena lucidate, imitavano i componenti dei Beatles, sfoggiavano barbe lunghe e incolte e i più audaci salivano a bordo di una 127 rossa fiammante nella speranza di fare conquiste. Giunti alla balera, le ragazze si posizionavano da un lato del locale e i ragazzi dall’altra, un po’ come succede nei film americani durante i balli scolastici, iniziavano a ballare e quando, finalmente, la musica si trasformava in un lento la speranza era che qualcuno si facesse avanti e azzardasse un invito. Il lento era il momento più atteso dai giovani degli anni ‘60, quello in cui finalmente ci si poteva conoscere, per poi lasciarsi quando la musica tornava ad essere più ritmata, senza dimenticare di darsi appuntamento al lento successivo. Invece del nostro dj c’era il cosiddetto complessino, una band che dal vivo suonava le hit del momento, da Elvis a Bobby Solo, da Adriano Celentano a Mina e, ovviamente, non potevano mancare i mitici Beatles, gli idoli indiscussi di quegli anni. Chi aveva qualche spicciolo in più faceva qualche giro al bancone del bar bevendo Coca-Cola, Martini bianco o Whisky ed un bicchiere costava solo 100 lire. Una generazione, quella degli anni ‘60, fatta di telefoni a gettoni, fughe in vespa, di sassolini lanciati alla finestra della propria amata. Una generazione che non conosceva telefoni cellulari e dove per parlarsi bisognava guardarsi negli occhi di nascosto, lontani dagli occhi indiscreti dei propri genitori!
Fonte dell’immagine in evidenza: Pixabay
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