In questo 2023 stiamo inanellando un record (negativo) dietro l’altro. L’ultimo è quello del giorno più caldo di sempre (il 4 luglio è stato il giorno più caldo mai registrato sulla Terra). Il 2022 non è stato da meno, anzi. Secondo un rapporto pubblicato dal WMO (World Meteorological Organization o, in italiano, Organizzazione meteorologica mondiale, OMM) e dal Servizio per i cambiamenti climatici Copernicus dell’Unione europea, durante il 2022, la maggior parte delle nazioni d’Europa hanno avuto il loro anno più caldo da quando si fanno registrazioni in modo scientifico.
Calore estremo, siccità, incendi, ondate di alte temperature dei mari, fusione dei ghiacciai hanno avuto punte senza precedenti con impatti sul tessuto socio-economico e sugli ecosistemi europei. «L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata», spiega il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Petteri Taalas. «Le alte temperature hanno esacerbato le gravi e diffuse condizioni di siccità, alimentato violenti incendi che hanno provocato la seconda più grande area distrutta per il fuoco mai registrata e ha portato a migliaia le morti in eccesso associate al calore». Certamente uno scenario non incoraggiante al quale, per fortuna, fa da contraltare il fatto che l’uso di energia rinnovabile sembra prendere piede in molti Paesi.. FANALINI DI CODA. La temperatura media annuale del 2022 per l’Europa è stata, complessivamente, tra la seconda e la quarta più alta mai registrata, con un’anomalia di circa 0,79 °C al di sopra della media 1991-2020. Va sottolineato che l’estate è stata comunque la più calda in assoluto per l’intero continente, mentre per Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito, l’anno è stato il più caldo mai registrato.
Nel 2022, inoltre, le precipitazioni sono state al di sotto della media su gran parte della regione: la Francia, in particolare, ha avuto il suo gennaio-settembre più secco e il Regno Unito ha avuto il suo gennaio-agosto più secco dal 1976, con conseguenze di vasta portata per l’agricoltura e la produzione di energia. In Spagna la situazione si è fatta drammatica al punto che già il 26 luglio le riserve idriche erano scese al 41,9 per cento della capacità totale.. Il dramma dei ghiacciai e del mare. In Europa le masse glaciali hanno perso circa 880 chilometri cubi di ghiaccio dal 1997 al 2022. Le Alpi sono state le più colpite tra i gruppi montuosi europei, con una riduzione media dello spessore del ghiaccio di 34 metri. Complessivamente nel 2022 i ghiacciai hanno registrato una perdita record di massa in un solo anno, innescata da scarse nevicate invernali, un’estate estremamente calda e depositi di polvere sahariana.
La fusione della calotta glaciale della Groenlandia ha contribuito per circa 14,9 millimetri all’innalzamento medio globale del livello del mare. Le temperature medie della superficie del mare nell’Atlantico settentrionale sono state le più calde mai registrate e vaste porzioni dei mari della regione sono state colpite da potenti ondate di caldo marino. I tassi di riscaldamento della superficie oceanica, in particolare nel Mediterraneo orientale, nel Baltico, nel Mar Nero e nell’Artico meridionale, erano più di tre volte sopra la media globale.. Stress sull’uomo. Lo tensione fisica da caldo da record che gli europei hanno sperimentato lo scorso anno è stato uno dei principali fattori di mortalità in eccesso legati alle condizioni meteorologiche. In base a quanto registrato nel database dei disastri (EM-DAT) che monitoria i disastri nel mondo dal 1988, i pericoli meteorologici, idrologici e climatici in Europa nel 2022 hanno provocato 16.365 vittime segnalate e hanno colpito direttamente 156.000 persone.
I coautori del rapporto hanno avvertito di ulteriori difficoltà in arrivo, poiché le cifre allarmanti «non possono essere considerate un evento una tantum o una stranezza del clima del 2022». Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, ha spiegato: «La nostra attuale comprensione del sistema climatico e della sua evoluzione ci conferma che questo tipo di eventi fa parte di un modello che renderà gli stress da calore estremi più frequenti e più intensi in tutta la regione».. Speranza nelle rinnovabili. Un segnale di speranza per il futuro sta nelle rinnovabili, il cui uso riduce le emissioni di anidride carbonica in atmosfera: nel 2022 l’energia da fonti rinnovabili ha generato più elettricità del gas naturale. In particolare, l’energia eolica e solare hanno prodotto il 22,3 per cento dell’elettricità dell’Unione Europea, mentre il gas naturale ha rappresentato il 20 per cento.
Taalas ha sottolineato: «Per la prima volta, nell’Unione Europea è stata generata più elettricità dall’eolico e dal solare che dal gas fossile. L’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili ea basse emissioni di carbonio è fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili». .
Secondo i dati, per l’Europa quella del 2022 è stata l’estate più calda mai registrata. Ma c’è una strada per abbassare le temperature.