I fasmidi sono i membri di un ordine di artropodi che comprende quelli comunemente noti come “insetti stecco”, caratterizzati, – come suggerisce il nome – da un aspetto che ricorda quello di bastoncini e che questi animali usano per mimetizzarsi e sfuggire ai predatori. La maggior parte degli insetti stecco sono privi di ali, eppure la loro distribuzione geografica suggerirebbe il contrario: esemplari della stessa specie si possono ritrovare a distanze che questi animali non possono percorrere con le proprie forze, il che suggerisce che vengano trasportati in qualche altro modo. Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B spiega quale sia questo metodo: gli insetti stecco sfruttano il fatto che, occasionalmente, un predatore riesca a “beccarli”.. Occhio ai geni. È da tempo che ci si interroga su come certe specie di insetti stecco siano riuscite a distribuirsi su distanze così ampie, e l’ipotesi più accreditata finora era quella che fossero gli uccelli a fare il lavoro per loro, mangiando le femmine già gravide di uova e… defecandole da tutt’altra parte, dove possono schiudersi in pace ed espandere il loro areale. Fino ad adesso, però, si trattava solo di un’ipotesi, mai confermata dal punto di vista sperimentale, principalmente perché non è facile tenere traccia degli insetti stecco che vengono mangiati e della destinazione finale dei loro predatori. Usando come modello un fasmide molto diffuso in Giappone, Ramulus mikado, il team dell’università di Kobe ha quindi rivolto la propria attenzione sulla genetica.. Dispersione per via… fecale. Dal momento che in media gli insetti stecco si spostano per distanze limitate, è possibile tracciare una correlazione diretta tra la distanza geografica tra due popolazioni e la loro distanza genetica – in altre parole, più due fasmidi sono diversi geneticamente, più abitano lontani. Un’analisi di popolazione su Ramulus mikado, però, ha dimostrato anche, qui e là, la presenza di geni che “arrivano da lontano” accomunano popolazioni separate anche da centinaia di chilometri. Come hanno fatto quei geni ad arrivare così lontano? Tramite le feci degli uccelli, appunto, l’unica spiegazione possibile: le uova di questi insetti stecco riescono a resistere alla digestione e a… uscire dall’altra parte senza troppi danni. Un metodo rischioso che le femmine di fasmide eviterebbero volentieri, ma che ha comunque la sua efficacia dato che ha permesso agli insetti stecco di diffondersi su aree molto vaste..
Le femmine di insetti stecco che vengono mangiate “sfruttano” questa situazione per disperdere le loro uova.
I fasmidi sono i membri di un ordine di artropodi che comprende quelli comunemente noti come “insetti stecco”, caratterizzati, – come suggerisce il nome – da un aspetto che ricorda quello di bastoncini e che questi animali usano per mimetizzarsi e sfuggire ai predatori. La maggior parte degli insetti stecco sono privi di ali, eppure la loro distribuzione geografica suggerirebbe il contrario: esemplari della stessa specie si possono ritrovare a distanze che questi animali non possono percorrere con le proprie forze, il che suggerisce che vengano trasportati in qualche altro modo. Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B spiega quale sia questo metodo: gli insetti stecco sfruttano il fatto che, occasionalmente, un predatore riesca a “beccarli”.. Occhio ai geni. È da tempo che ci si interroga su come certe specie di insetti stecco siano riuscite a distribuirsi su distanze così ampie, e l’ipotesi più accreditata finora era quella che fossero gli uccelli a fare il lavoro per loro, mangiando le femmine già gravide di uova e… defecandole da tutt’altra parte, dove possono schiudersi in pace ed espandere il loro areale. Fino ad adesso, però, si trattava solo di un’ipotesi, mai confermata dal punto di vista sperimentale, principalmente perché non è facile tenere traccia degli insetti stecco che vengono mangiati e della destinazione finale dei loro predatori. Usando come modello un fasmide molto diffuso in Giappone, Ramulus mikado, il team dell’università di Kobe ha quindi rivolto la propria attenzione sulla genetica.. Dispersione per via… fecale. Dal momento che in media gli insetti stecco si spostano per distanze limitate, è possibile tracciare una correlazione diretta tra la distanza geografica tra due popolazioni e la loro distanza genetica – in altre parole, più due fasmidi sono diversi geneticamente, più abitano lontani. Un’analisi di popolazione su Ramulus mikado, però, ha dimostrato anche, qui e là, la presenza di geni che “arrivano da lontano” accomunano popolazioni separate anche da centinaia di chilometri. Come hanno fatto quei geni ad arrivare così lontano? Tramite le feci degli uccelli, appunto, l’unica spiegazione possibile: le uova di questi insetti stecco riescono a resistere alla digestione e a… uscire dall’altra parte senza troppi danni. Un metodo rischioso che le femmine di fasmide eviterebbero volentieri, ma che ha comunque la sua efficacia dato che ha permesso agli insetti stecco di diffondersi su aree molto vaste..