17 Marzo 2025

Che cos’è l’eolipilia?

Chi pensa che il motore a vapore sia un’invenzione del XVIII secolo, sbaglia di grosso. O, almeno, di un bel po’ di anni. Più di un millennio e mezzo prima, infatti, nel I secolo d.C., viveva nella provincia romana di Alessandria d’Egitto un matematico e inventore greco di nome Erone, dedito, tra le altre cose, a progettare “effetti speciali” per i templi.. Invenzione “fumosa”. Lo scienziato, noto anche con il soprannome di Mechanikos, scrisse un’opera intitolata Pneumatica che si diffuse in Europa solamente nel tardo XVII secolo, con la fine del censura della Chiesa sulle attività scientifiche. In quest’opera si trova la descrizione di un dispositivo che passerà alla storia come “eolipila”. Antenato dei motori a getto e della macchina a vapore, fu ideato come “macchina del fumo” per dare un effetto di maggiore solennità ai rituali religiosi.. Come funziona. La componente principale dell’eolipila – letteralmente la “palla di Eolo” – è una sfera cava con due beccucci a forma di L speculari. Al suo interno veniva versata dell’acqua riscaldata su un braciere, che poi veniva sparata fuori dagli ugelli sotto forma di vapore. Oltre al fumo prodotto, dunque, un altro effetto del riscaldamento era la rotazione della sfera, a causa delle spinte in direzioni opposta dei due getti.
In questo modo Erone dimostrò per la prima volta la forza propulsiva del vapore, anche se i Romani non sapevano che farsene di questa scoperta, in quanto disponevano di una quantità di schiavi tale da non aver bisogno di alcuna macchina per rimpiazzare la manodopera umana.
. Applicazioni postume. Nel Settecento, più precisamente nel 1689, il britannico Thomas Savery – sfruttando il principio dimostrato da Erone – sviluppò il primo motore a vapore moderno. L’invenzione di Savery, però, non disponeva di un sistema di trasformazione della pressione generata in un movimento rotativo efficace, principio che venne poi applicato nel 1711 da Thomas Newcomen nel suo progetto di motore a vapore, che aprì la strada alla Rivoluzione Industriale.
Nei successivi cinquant’anni, infatti, la sua macchina fu utilizzata per drenare le zone umide, per fornire acqua alle città e per l’alimentazione energetica di fabbriche e mulini..

 L’antenata della prima macchina a vapore si chiama Eolipila, risale al I secolo d.C e fu progettata da Erone, un inventore greco che creava effetti speciali per i rituali religiosi. Chi pensa che il motore a vapore sia un’invenzione del XVIII secolo, sbaglia di grosso. O, almeno, di un bel po’ di anni. Più di un millennio e mezzo prima, infatti, nel I secolo d.C., viveva nella provincia romana di Alessandria d’Egitto un matematico e inventore greco di nome Erone, dedito, tra le altre cose, a progettare “effetti speciali” per i templi.. Invenzione “fumosa”. Lo scienziato, noto anche con il soprannome di Mechanikos, scrisse un’opera intitolata Pneumatica che si diffuse in Europa solamente nel tardo XVII secolo, con la fine del censura della Chiesa sulle attività scientifiche. In quest’opera si trova la descrizione di un dispositivo che passerà alla storia come “eolipila”. Antenato dei motori a getto e della macchina a vapore, fu ideato come “macchina del fumo” per dare un effetto di maggiore solennità ai rituali religiosi.. Come funziona. La componente principale dell’eolipila – letteralmente la “palla di Eolo” – è una sfera cava con due beccucci a forma di L speculari. Al suo interno veniva versata dell’acqua riscaldata su un braciere, che poi veniva sparata fuori dagli ugelli sotto forma di vapore. Oltre al fumo prodotto, dunque, un altro effetto del riscaldamento era la rotazione della sfera, a causa delle spinte in direzioni opposta dei due getti.
In questo modo Erone dimostrò per la prima volta la forza propulsiva del vapore, anche se i Romani non sapevano che farsene di questa scoperta, in quanto disponevano di una quantità di schiavi tale da non aver bisogno di alcuna macchina per rimpiazzare la manodopera umana.
. Applicazioni postume. Nel Settecento, più precisamente nel 1689, il britannico Thomas Savery – sfruttando il principio dimostrato da Erone – sviluppò il primo motore a vapore moderno. L’invenzione di Savery, però, non disponeva di un sistema di trasformazione della pressione generata in un movimento rotativo efficace, principio che venne poi applicato nel 1711 da Thomas Newcomen nel suo progetto di motore a vapore, che aprì la strada alla Rivoluzione Industriale.
Nei successivi cinquant’anni, infatti, la sua macchina fu utilizzata per drenare le zone umide, per fornire acqua alle città e per l’alimentazione energetica di fabbriche e mulini..