Maurits Cornelis Escher è stato un artista olandese in grado di affascinare il mondo grazie alla produzione di opere raffiguranti prevalentemente geometrie impossibili da riprodurre nella realtà. Il fatto più sorprendente, però, è che nonostante i suoi capolavori siano tutti basati su complessi rami della matematica (come le tessellazioni, che producono motivi grafici ripetibili all’infinito, o le rappresentazioni dell’iperpiano infinito su una superficie curva), Escher non sembrava avere una particolare predisposizione naturale per le materie scientifiche.
A rivelarlo è Doris Schattschneider, docente emerita di geometria al Moravian College in Pennsylvania, che racconta come l’artista non andò mai oltre le scuole superiori, dove tra l’altro venne respinto alla maturità. . Il suo interesse per le forme geometriche nacque, invece, durante un viaggio nel 1922 a Granada, dove visitò lo storico sito islamico dell’Alhambra. Qui, poté osservare le ripetitive piastrelle del pavimento e ne fu ispirato per creare disegni con tessellazioni, utilizzando però forme riconoscibili e mutevoli. Escher trascorse anni a sviluppare da autodidatta le sue conoscenze, mettendo a punto una sorta di teoria profana di come le forme potessero adattarsi a modelli già noti.
Giochi di cerchi. A dargli una mano fu H.S.M. Coxeter, professore di matematica all’Università di Toronto che, visto il suo lavoro, consegnò al giovane un disegno capace di spronarlo a catturare l’infinito in un cerchio, congegnando un’inedita griglia. Essa consisteva nel tracciare arcate circolari intersecanti, ognuna delle quali doveva incontrare il cerchio esterno ad un angolo di 90 gradi. Grazie a questo schema, il disegnatore giunse alla formulazione di tre bellissime tessellazioni iperboliche utilizzando il modello del disco di Poincaré.. Escher sperimentò anche prospettive irreali, rappresentando edifici da angolazioni insolite e ponendosi spesso la domanda: “Perché un soffitto non potrebbe diventare un pavimento?”. La sua arte subì un cambiamento dopo il trasferimento dall’Italia, dove si era stabilito, prima in Svizzera e poi nei Paesi Bassi per sfuggire al clima politico del regime fascista.
Intreccio. Nel suo Paese disegnò paesaggi e architetture idealizzate, concentrandosi su forme complesse come poliedri, nastri di Möbius e nodi. Con il suo lavoro, Escher ha dimostrato come arte e matematica possano intrecciarsi in modo incredibile, pur non avendo una formazione accademica. La sua genialità consisteva nella capacità di tradurre il mondo matematico in opere affascinanti, ridisegnando in maniera singolare, i confini della percezione e dell’immaginazione umana..
L’artista olandese Maurits Cornelis Escher realizzò opere “impossibili”, ispirandosi alla matematica. Eppure non aveva un grande talento per la materia…