Un’ondata di forti piogge ha colpito nella notte tra il 13 e il 14 agosto l’area dell’alta Val di Susa, in Piemonte, provocando anche colate di fango e detriti che hanno investito il centro abitato di Bardonecchia.
Anche in passato (nel 2004 e nel 2009) la zona era stata colpita da un “debris flow” (colata detritica). Ma di che si tratta?
non è una frana. «Sulla base di dati pregressi, dei primi dati raccolti e di ricerche effettuate da me e da colleghi del mio istituto», ci spiega Laura Turconi, geologa dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Torino, afferente al CNR, «posso confermare che lungo il torrente Merdovine (o Frejus) si è manifestata nella serata di ieri una colata detritica (o debris flow, ndr), cioè un processo di trasporto detritico tipico dell’ambiente montano».
È un flusso detritico, sottolinea la geologa, e non una frana, che si innesca generalmente a causa di piogge intense molto localizzate: la sua alta densità permette di trascinare blocchi detritici di notevoli dimensioni (ma anche manufatti, auto e tutto ciò che si trova lungo la sua direzione di flusso) anche per lunghe distanze. «Detriti che», prosegue Turconi, «possono galleggiare a tratti ad elevata velocità ed essere depositati in aree a minor pendenza o dove la miscela rallenta. Sono processi estremamente pericolosi, spesso perché le direzioni di deflusso dei corsi d’acqua sono state modificate e alterate da essere stravolte dal tessuto urbano».. Debris flow o colate detritiche: come si muovono. L’Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS, United States Geological Survey) spiega che le colate detritiche si verificano generalmente durante periodi di intense piogge o dopo lo scioglimento rapido della neve e di solito hanno origine su pendii o montagne.
Possono viaggiare a velocità superiori a 56 km/h e possono trasportare massi, alberi e automobili. Se una colata detritica entra in un canale fluviale ripido, può percorrere diversi chilometri, colpendo dunque aree che potrebbero anche essere ignare del pericolo.
. Dove possono formarsi le colate detritiche. Particolarmente suscettibili alle colate detritiche sono le aree precedentemente colpite da incendi boschivi, comprese le zone a valle e al di fuori dell’area bruciata. Le colate detritiche vengono anche chiamate colate di fango, colate di fango vulcanico (lahar, quando a innescarle è un’eruzione vulcanica) o valanghe di detriti.
In certe condizioni le colate detritiche possono provocare anche numerose vittime: tra le più note catastrofi legate a colate detritiche nell’ultimo secolo, si ricorda quella di Armero, in Colombia – indotta dall’eruzione del vulcano Nevado del Ruiz – che nel 1985 provocò 20mila morti e quella nello Stato di Vargas, in Venezuela, nel 1999, con decine di migliaia di vittime..
Tra il 13 e 14 agosto in Piemonte c’è stata una colata detritica (debris flow). Ecco le cause (e le conseguenze) di questo fenomeno geologico.